La prima vittima del nuovo protocollo Var è l’Inter..
Con le modifiche del protocollo, e la decisone di rimettere gli episodi dubbi alla soggettività arbitrale, ricominciano le polemiche
Ricomincia il campionato, ricominciano le polemiche legate all’arbitraggio. Più precisamente legate ad un utilizzo limitato del Var. Nonostante gli ottimi giudizi dell’anno precedente infatti, i vertici arbitrali hanno deciso di limitarne il raggio d’azione. Andando quindi di nuovo a danneggiare le partite per degli episodi dubbi.
Secondo le nuove direttive molte delle cosiddette “situazioni-dubbio” sono di nuovo rimesse alla soggettività arbitrale. Un netto passo indietro rispetto alla scorsa stagione. E la prima vittima di questo nuovo protocollo è purtroppo l’Inter. La Gazzetta dello Sport evidenzia infatti come l’aggiornamento delle regole, anticipiato anzitempo dal responsabile Nicola Rizzoli abbia danneggiato i nerazzurri. La questione è legata al minuto 43 della partita con il Sassuolo. Ovvero l’esatto momento in cui Magnanelli abbatte Asamoah appena penetrato nell’area di rigore. Per il direttore di gara Mariani l’intervento non solo è regolare, ma è da considerarsi punizione per i neroverdi. Successivamente il replay dimostra come l’intervento in realtà sia falloso e punibile con il calcio di rigore.
La domanda che in molti si sono fatti è quindi: “Perché Valeri, il var di Sassuolo-Inter, non ha suggerito a Mariani di rivedere il contatto tra Magnanelli e Asamoah?”. Molte sono state le risposte. Compresa quella dell’ex arbitro Marelli che chiarisce come, a seguito appunto degli aggiornamenti, questi interventi non saranno mai più sottoposti ad on field review. Da qui si capisce quindi come si sia ritornati indietro. Un ritorno in quella zona di incertezza, causa di non poche polemiche nei campionati precedenti: “In questa zona franca, ci si pone un interrogativo: come la mettiamo se il potere di stabilire se ha commesso un errore ce l’ha solo l’arbitro o il suo assistente al video, cioè un suo collega? Bisogna fidarsi, ovvio”.
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