In attesa che l’Inter faccia chiarezza su quanto avvenuto ieri sera in campo tra Francesco Acerbi e Juan Jesus, per verificare se effettivamente il centrale abbia rivolto delle espressioni razziste verso il brasiliano, dalla Procura Federale verrà presto aperta un’indagine sulla base del referto arbitrale e di quelli degli ispettori di Lega e della stessa Procura.
Sia Acerbi che Juan Jesus verranno dunque ascoltati, così come l’arbitro La Penna in quanto ufficiale di gara. Non è escluso, inoltre, che possa essere utilizzato anche lo strumento della prova televisiva qualora si trovasse l’immagine del labiale del difensore dell’Inter. Ma cosa rischia concretamente il centrale italiano?
Come spiegato dall’ex procuratore aggiunto della Figc Di Lello sulle frequenze di Radio Punto Nuovo, “se l’arbitro non ha sentito le parole, la prova può essere anche logica anziché fattuale”. A tal proposito, potrebbe essere utilizzato anche un precedente: “Molti ricorderanno il precedente di Chievo-Pisa, dove un calciatore del Pisa prese 10 giornate di squalifica senza la certezza del referto o delle immagini televisive. La Corte d’Appello diede ragione ad Obi, al tempo al Chievo, sulla certezza di tre punti: che mancassero ragioni di rancore tra i due, che fosse stato detto qualcosa dalle scuse successive e dalle immediate proteste dell’offeso. Presupposti che potrebbero esserci anche adesso tra Juan Jesus e Acerbi”.
Il rischio per Acerbi, secondo il procuratore, è quello di poter chiudere in anticipo la sua stagione: “La lotta al razzismo è tra i principi fondanti dello sport italiano, coperto e tutelato dalla Giustizia Sportiva. Se confermato, le sanzioni parlano chiaro: 10 giornate di squalifica e addirittura il divieto a partecipare alle manifestazioni sportive, quasi a mo’ di DASPO”.
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