La stagione di…Skriniar: il nuovo muro nerazzurro che ha fatto innamorare Spalletti
Una panoramica completa sulla stagione di Milan Skriniar, dallo scetticismo generale al suo arrivo alla conferma del suo ruolo fondamentale nell'anno del ritorno dell'Inter in Champions LeagueEra il 7 luglio della scorsa estate quando veniva comunicata l’ufficialità del passaggio di Skriniar all’Inter dalla Genova sponda blu-cerchiata: la dirigenza nerazzurra aveva strappato il difensore slovacco alla Sampdoria grazie ad un’offerta da 15 milioni di euro più il cartellino di Caprari (valutato 13, per un’operazione da circa 30 milioni totali). Una cifra non affatto bassa, per quello che al termine della scorsa stagione, agli occhi dei più, era un difensore senza infamia e senza lode, ricordato al massimo per i due gravi errori nei match contro Roma e Milan, quando commise un fallo ingenuo valso ai giallorossi il gol del 3 a 2 e regalò nel finale un pallone a Bacca che mise a segno l’1 a 0 decisivo.
L’accoglienza non fu certo delle migliori, in un contesto mediatico in cui all’Inter venivano accostati di continuo nomi di tutt’altro calibro in realtà inarrivabili per le possibilità economiche dei nerazzurri, come Vidal, Di Maria o Alexis Sanchez. Da una parte dunque c’era il malcontento e la scarsa fiducia dei tifosi interisti, che aspettandosi nomi di questa caratura mal digerivano una spesa così grossa per un giocatore a molti di loro praticamente sconosciuto, e dall’altra invece si faceva sempre più pressante il confronto con quanto stavano facendo sul mercato i cugini rossoneri, che stavano mettendo a segno una serie di colpi di grande impatto uno dopo l’altro, con l’ufficialità dell’arrivo di Bonucci che, per fare un esempio, sarebbe arrivata a una settimana esatta di distanza.
Su un piano di lettura meno superficiale, in ogni caso, l’acquisto di Skriniar era tutt’altro che insensato: il difensore classe ’95 infatti rappresentava già allora il prototipo perfetto del difensore moderno, dotato di fisico, atletismo, qualità difensive e ottime capacità di impostazione. Già al primo anno in Serie A Skriniar aveva preso in mano le chiavi della costruzione dal basso tipica del 4-3-1-2 di Giampaolo, dimostrando una grande personalità e la visione di gioco necessaria per ricoprire quel compito, senza lasciarsi rallentare da tutte le problematiche e gli errori tipici per un giocatore alla prima esperienza in un contesto così competitivo che troppo spesso tende a non perdonare nulla ai giovani. Non si può negare quindi che quella dell’Inter su di lui sia stata una scommessa, ma i segnali di un suo esito positivo c’erano eccome.
– I PRIMI MESI ALL’INTER
Acquistato i primissimi giorni di luglio, Skriniar ha avuto la fortuna di potersi aggregare alla squadra guidata da Luciano Spalletti praticamente da subito, potendo beneficiare di un percorso di crescita e di lavoro sui nuovi meccanismi difensivi in cui anche il resto dei suoi compagni partivano da zero; si trattava di una condizione senza dubbio favorevole per un inserimento meno graduale del previsto, in cui il nuovo arrivato sarebbe riuscito ad affermarsi da subito anche in virtù di una concorrenza per nulla proibitiva.
Le prime avvisaglie di quello che sarebbe stato il ruolo chiave del difensore slovacco si sono viste nelle tante amichevoli estive, dove Skriniar ha trovato da subito grande continuità e ottime prestazioni, in particolare nelle partite di International Champions Cup contro avversari del calibro di Lione, Chelsea e Bayern Monaco. Già in queste partite il difensore aveva messo in mostra una grande precisione negli anticipi e negli uno contro uno, assumendosi da subito delle grosse responsabilità in fase di possesso e di verticalizzazione della manovra che avevano fatto ben sperare i tifosi nerazzurri più attenti.
Iniziato il campionato era arrivato il momento di fare sul serio, e non se lo è fatto ripetere due volte: lanciato da titolare al debutto in campionato contro la Fiorentina, Skriniar ha messo in mostra una solidità e una prontezza che lo hanno reso da subito uno dei titolari inamovibili dell’undici di Spalletti, al punto da arrivare, a fine campionato, ad aver disputato tutte le 38 gare di Serie A da titolare senza mai lasciare il campo, accumulando così un record di 3420 minuti giocati che ha infranto il precedente firmato da Javier Zanetti (fermo a quota 3375) e lo ha fatto entrare di diritto nella storia di questo club.
Spenti anche i dubbi dei tifosi più scettici, Skriniar ha avuto bisogno di ben poche partite per entrare nel cuore dei sostenitori della squadra, dando a molti l’impressione di essere lui il perno fondamentale dei 4 di difesa, relegando il più esperto Miranda al ruolo di comprimario, in un’Inter che per i primi mesi viaggiava a un ritmo da scudetto.
– LE OTTIME PRESTAZIONI E LA CONFERMA DEL SUO RUOLO CHIAVE
Il record di minuti giocati è solo una delle incredibili statistiche che raccontano alla perfezione il valore della stagione di Skriniar e le sue caratteristiche: il difensore slovacco è infatti il primo giocatore della Serie A per numero di palloni recuperati (ben 185, 7 in più di Torreira secondo e ben 23 in più rispetto al suo futuro compagno De Vrij, terzo in classifica), ha stabilito una media di 62,6 passaggi a partita con una precisione del 91.2%, è stato ammonito due sole volte a fronte dei moltissimi palloni recuperati e dei numerosi uno contro uno che cerca ogni partita (solo 40 i falli effettuati, praticamente uno a partita) ed è riuscito ad andare a segno 4 volte, con i soli De Silvestri, Koulibaly e ancora De Vrij che hanno fatto meglio di lui tra i difensori (5 gol per i primi due, 6 per l’olandese), pur essendo tra i 10 giocatori che hanno preso più pali o traverse, segno che avrebbe potuto segnare anche di più.
Di fronte a questi numeri, risulta quasi superficiale sottolineare l’importanza che il difensore slovacco ha assunto nelle dinamiche di gioco dell’Inter, trattandosi di un giocatore che non ha mai dato segni di calo o stanchezza e che si è mantenuto a livelli sufficienti anche quando il resto della squadra non funzionava e i risultati negativi arrivavano in serie. A soli 23 anni, Skriniar è stato protagonista di una crescita incredibile che lo ha catapultato tra i top assoluti del ruolo; la strada per diventare il migliore è sicuramente ancora lunga, ma si fa fatica a trovare un centrale della sua età che abbia dato la stessa dimostrazione di prontezza, qualità e solidità.
– TIRARE LE SOMME DI UNA STAGIONE, CON UNO SGUARDO AL FUTURO
Il suo contributo è stato fondamentale per la qualificazione in Champions League conquistata al fotofinish, e a questo punto risulta difficile immaginare un’Inter che possa fare a meno di lui. Le offerte dall’estero, già a gennaio, non sono mancate, ed è una notizia delle ultime ore quella delle offerte arrivate dalle due squadre principali di Manchester (che si attesterebbero sui 60 milioni). L’Inter, però, ha fatto muro, e non è difficile capire perché: Spalletti non può che vederlo come un tassello fondamentale della sua squadra, e, visto il progetto di continua crescita volto a tornare tra i top a livello europeo intrapreso dalla proprietà cinese, trattenere un giocatore che rappresenta un tale tesoro sia a livello tecnico che economico per la società non può che essere una priorità.
Arrivato a questo punto, il contributo e il valore di Skriniar non potranno che aumentare di partita in partita, e per la gioia dei tifosi nerazzurri ci ha tenuto lui stesso a precisare la propria volontà di rimanere: “Non mi sono preoccupato delle voci di mercato, l’obiettivo era arrivare in Champions con l’Inter. Sono felice a Milano, e ci voglio rimanere. Vogliamo fare un’ottima Champions e andare sempre più in alto in campionato” (fonte Sky Sport). Anche per la prossima stagione quindi, occhi puntati sul muro slovacco che ha fatto innamorare gli interisti di tutto il mondo, tra i sicuri protagonisti della nuova Inter che verrà.
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