L’accusa del CdS: “Juventus, una partita complicata rinviata nel momento più difficile della stagione”
L'analisi di Alessandro BarbanoLa decisione del rinvio di Juventus-Inter ha fatto molto discutere e continuerà a far discutere anche nei prossimi giorni. Nell’edizione odierna del Corriere dello Sport Alessandro Barbano ha preso una posizione netta in favore dei nerazzurri, secondo lui vera vittima di questa vicenda:
“Era davvero difficile superare gli errori del Governo nella gestione della crisi sanitaria. La Lega calcio ci è riuscita, rinviando le partite per le quali era stato interdetto l’accesso al pubblico. Con una decisione che non solo è incoerente, ma appare anche intrasparente. Anzitutto perché smentisce l’appello della massima autorità dello sport italiano, il presidente del Coni Giovanni Malagò, a riportare il Paese alla normalità. Il rinvio deciso dai club enfatizza il clima di emergenza oltre lo stesso perimetro stabilito dalle istituzioni sanitarie, in un momento in cui di tutto c’è bisogno tranne che di eccessivo allarme. In secondo luogo lo stop brucia maldestramente una carta di riserva, utile nell’eventualità di un aggravarsi della crisi del coronavirus. Qualora fosse necessario rinviare altre partite, non ci sarebbero più date utili. Per coerenza con la decisione assunta ieri, dovrebbero rinviarsi tutte le partite coinvolte dal provvedimento, e tra queste Inter-Sassuolo, Atalanta-Lazio e Bologna-Juve. Altrimenti la rinuncia a disputare Juve-Inter apparirebbe un indebito cedimento della Lega calcio alle pressioni del club torinese. Con l’effetto di falsare il campionato, a danno anzitutto, ma non solo, dei nerazzurri. Perché, proprio quando lo scudetto è tornato contendibile, dopo otto anni di incontrastato dominio bianconero, la Juventus incassa una vittoria oltre le ragioni del campo. Nel momento più difficile della sua stagione, in crisi di condizione, di gioco e di risultati, ottiene il vantaggio di spostare a fine campionato una gara difficilissima, il cui esito, se negativo, condizionerebbe anche il suo cammino in Champions e in Coppa Italia.
Il rinvio del derby d’Italia danneggia la Capitale, a vantaggio di Milano. Perché le sottrae la finale di Coppa Italia, programmata il 13 maggio, data in cui invece dovrebbe recuperarsi Juve-Inter. Dal 18 dello stesso mese lo stadio dovrà essere consegnato all’Uefa per gli Europei. Le ragioni qui esposte mostrano che la comunità dei club di serie A è ancora una zona franca del buon senso, in balia degli appetiti individuali dei più forti. Il neo presidente Paolo Dal Pino, abbottonato in una prudenza poco adatta al ruolo di coordinamento e di rappresentanza che gli compete, ha convocato un Consiglio per stamattina, a decisioni già prese. Speriamo di ascoltare, dopo un confronto con le società che si annuncia caldo, le sue motivazioni. Perché scelte di questa portata si assumono mettendoci la faccia. E finora la faccia non s’è vista. Ma la giustificazione del mancato incasso non tiene. Non si mette a rischio un campionato che fattura un miliardo e 300 milioni per il botteghino di una giornata. Né vale, a spiegare lo stop, l’immagine depressiva degli spalti vuoti nelle telecamere di mezzo mondo. Il campionato che rinuncia a giocare a calcio, per giocare con l’emergenza, ha fatto stavolta il più tragico degli autogol”.
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