17 Novembre 2011

L’amore e il distacco

Giorni che passano lenti, ossigeno che viene a mancare, nervosismo, trepidazione: sintomi chiari dovuti ad un distacco, ad un amore che si allontana magari temporaneamente, anche solo una settimana che però agli occhi e all’animo dell’innamorato sembra un’eternità. Un amore che non necessariamente deve essere ricondotto ad una persona perchè il sentimento può nascere anche nei confronti di un qualcosa e a volte può trasformarsi in passione, più o meno morbosa a secondo delle circostanze. L’amore che unisce un vero tifoso alla propria squadra è qualcosa di inquantificabile, impossibile da apprezzare per chi ritiene che un sentimento possa essere ricollegato solo ad un rapporto tra persone, tra esseri animati. Come tutti i grandi amori crea dipendenza, sofferenza che però può essere stimolo per rinsaldare il rapporto e per godere al meglio dei momenti di gioia che si spera possano essere tanti.

Il distacco per un tifoso vero è insopportabile, la parola sosta entra come un martello pneumatico nella testa e non ne esce più, alcuni cercano di autoconvincersi che è comunque utile, che anche le amichevoli servono per affinare l’intesa tra i giocatori della nostra Nazionale mentre altri rifiutano qualsiasi compromesso mentale e vanno dritti per la propria strada: “Tu Nazionale sei la causa di una o due settimane senza la mia squadra e io per ripicca non ti guardo“. I fautori della lotta contro il tifo esagerato ( solo come sentimento e non come gesti) non potrebbero mai concepire quanto scritto sopra, stiamo parlando di una squadra di calcio, la vita è fatta di altre cose, non si può essere così attaccati ad una società, ad un insieme di giocatori, per giunta strapagati direbbero.

Razionalmente se ogni tifoso si fermasse a pensare a quest’ultime parole forse  ne converrebbe in parte ma quando ti fermi per strada e vedi la donna x, ne rimani accecato, fai di tutto per conoscerla, magari riesci a conquistarla e poi scopri che ha mille difetti, a quel punto se la gente ti dice: “Non può funzionare, è chiaro, lo dicono i fatti”, ti fermi ad ascoltarli o lasci che sia il tuo cuore a prevalere? Il paragone con l’Amore con la A maiuscola può sembrare azzardato ma quando per la prima volta vedi la squadra che sarà la tua “Lei” per sempre, che tu abbia 3 anni o ne abbia 10 ne rimani abbagliato, ti colpisce un particolare,magari i colori di quella casacca,uno stemma, una bandiera e se i tuoi parenti o gli amici provano a condizionarti sulla scelta di questa tua Lei tu stai sicuro che sceglierai col cuore. Quando sei piccolo le persone più grandi ti dicono vedrai col passare del tempo ti distaccherai, la morbosità piano piano passa, vedrai arriverai addirittura a perdere d’interesse e magari preferirai una gita in campagna piuttosto che vederla e poi gli amori pian piano si affievoliscono tra esseri umani figuriamoci le passioni verso una squadra. Cominci a crescere e vedi che non è affatto vero, continui a rimandare a data da destinarsi quella benedetta gita in campagna e maledici sempre di più quelle soste, quelle partite contro le Isole Far Oer per conquistare l’Europeo mentre i “tuoi” giocatori sono sparsi per il mondo, per te sono sempre e solo con la maglietta nerazzurra, non esistono lingue, continenti e nazioni. Quando la rivedi poi e ti ricongiungi a Lei anche solo dopo pochi giorni ,torni in armonia con il mondo e ti riprometti di non lasciarla più fino a che una sosta non se la riporterà via giusto in tempo per ravvivare quell’amore in realtà mai spento. E quando ogni tanto la voce della tua coscienza ti dice: “Allenta un pò questo cordone che vi unisce, lascia a casa la tua squadra e parti per una bella gita”, tu rispondile che l’amore vero non conosce compromessi.