L’ANGOLO TATTICO: Inter-Udinese
Ranieri l’ha dipinta come la gara della svolta, Guidolin non può che viverla come ?una delle tante?, con la consapevolezza che sarà comunque una prova di maturità per i suoi giovani terribili. Questo è Inter-Udinese, l’anticipo di San Siro della 14esima giornata di Serie A. Per i nerazzurri la gara rappresenta uno spartiacque della stagione: la vera rimonta comincia proprio alle 20.45 di questo sabato 3 dicembre, e se dovessero arrivare i tre punti i bassifondi della classifica si allontanerebbero ulteriormente. I friulani vengono dal quasi passaggio del turno in Europa League, e oltre ad avere il morale alle stelle sono anche in una condizione fisica evidentemente positiva, sempre brillanti quando c’è da esserlo, sempre pronti a far male.
FORMAZIONI ? Ranieri ridisegna l’assetto tattico interista con un 4-4-2 vecchio stampo. Julio Cesar difende i pali, davanti a lui agisce la linea a quattro composta da Zanetti, Ranocchia, Samuel e Chivu; a centrocampo i mediani sono Cambiasso e Thiago Motta, mentre sulle fasce troviamo Ricky Alvarez, in cerca di conferme, e il giovanissimo Faraoni. Le punte sono Pazzini e Milito, a comporre un attacco pesante quasi mai schierato in precedenza in questa stagione. L’Udinese invece si schiera con il solito 3-5-2 che tanto mette in risalto le qualità e i movimenti dei piccoli giocatori in maglia bianconera. Samir Handanovic, ormai una garanzia, è l’estremo difensore; a fare da schermo davanti a lui ci sono Benatia, Danilo e Ferronetti, mentre a centrocampo agiscono Basta (rivelazione dell’ultimo periodo), Isla, Pinzi, Asamoah e Armero. In avanti il duo Torje-Di Natale. Come possiamo capire, non c’è turn-over, segno che l’Udinese va al Meazza per giocarsela alla pari.
AGGRESSIVITA? ? L’Inter parte come al solito con le idee chiare e tanta voglia di imporre il suo gioco. La prima azione è eloquente: palla a Thiago Motta, lancio sulla fascia e tentato cross al centro a sfruttare la testa di Pazzini, ancora a secco a San Siro quest?anno. La pressione portata dai centrocampisti nerazzurri è sempre molto alta nelle fasi iniziali, tant?è che l’Udinese riesce a superare seriamente la metà campo solo dopo 5 minuti. In realtà nell’Inter c’è una novità tattica: Alvarez non gioca fisso in fascia, ma al contrario spesso abbandona la sua posizione di partenza per andare a far gioco centralmente, segno di una personalità comunque importante. L’Inter, come già abbiamo avuto l’opportunità di constatare nelle ultime uscite, non butta mai via il pallone e prova ad arrivare in area di rigore con manovre avvolgenti e apprezzabili, sicuramente più dei risultati che portano. Faraoni, a dispetto della potenza di Asamoah, gioca una gara ordinata e con carattere. Stessa discorso, dall’altra parte, per Torje: il Messi di Romania si muove e prova sempre la giocata sul contropiede, e l’Inter lo soffre.
QUASI NOIA ? Per tutto il primo tempo prevale comunque la noia. Perché nonostante i due attaccanti dell’Inter provino a muoversi in maniera sincrona e armonica, non riescono mai a concludere degnamente la manovra. Anche l’Udinese, che non è certo maestra a costruire trame di gioco intricate, non può sfruttare le sgroppate di Armero, ben limitato da Faraoni e Zanetti in fascia e si fa vedere quasi sempre timidamente in area di rigore avversaria, arrivando a tirare in porta con Torje, Isla e Di Natale. L’unica vera azione pericolosa dei nerazzurri è quella che vede l’inserimento dalle retrovie di un centrocampista, Thiago Motta, che scambia velocemente con Milito, ma viene chiuso prima di battere a rete davanti al solo Handanovic. Il primo tempo si chiude 0-0 e con la speranza di vedere uno spettacolo migliore nel secondo.
RIPRESA ? Il secondo tempo si apre con la sostituzione di Alvarez (fino ad allora una prova mediocre la sua) con Nagatomo, che dovrebbe garantire maggiore spinta sulla fascia e i cross dal fondo. Il giapponese gioca sempre molto alto e nella primi dieci minuti della seconda frazione la partita è comunque abbastanza bloccata. Almeno fino a quando Faraoni non accusa problemi fisici e viene rilevato da Zarate. Guidolin capisce che possono aprirsi spazi importanti e toglie Torje per un attaccante vero, Floro Flores, che giocherà da seconda punta accanto a Di Natale. Da questo momento la gara è più aperta, e non può che esserlo in un solo senso. L’Inter produce poco e lascia spazio alla velocità dell’Udinese, che arriva davanti a Julio Cesar prima con Di Natale, poi con Armero e quindi con Floro Flores. Le fasce diventano praterie e l’attaccante napoletano è bravo a vedere al minuto 26 l’inserimento di Isla, che, servito in maniera impeccabile, insacca l’1-0.
REAZIONE ? L’Inter prova una timida reazione, ma serve a poco, perché Handanovic non è mai impensierito. Anche il cambio di Chivu (che non ha seguito l’autore del gol nell’azione del vantaggio friulano) per Stankovic porta solo un maggiore possesso palla, ma comunque sterile. Gli unici momenti più vivi sono i cinque minuti finali. Succede l’inverosimile, con l’espulsione di Zanetti per il fallo sull’ennesima infilata di Asamoah, la parata di Julio Cesar sul rigore di Di Natale, un altro penalty per l’Inter che costa l’espulsione di Ferronetti, e l’errore incredibile di Pazzini, che scivola sul dischetto. Non è aria a San Siro, l’Inter non riesce a scacciare via la maledizione delle partite casalinghe contro le big del campionato. Succede di tutto, ma per l’Inter non succede ancora nulla.