L’ANGOLO TATTICO: Olympique Marsiglia-Inter
Con il campionato seriamente compromesso e la Coppa Italia svanita in quel di Napoli, Olympique Marsiglia-Inter è la partita della vita, quella che vale una stagione, oltre che l’onore. In terra francese Ranieri è pronto a ripartire, con la speranza che sia davvero la volta buona. In settimana il mister ha parlato di stimoli, di scintille, e in questo momento nessuna partita più di un ottavo di Champions League può rappresentare tutto questo. Ecco che oltre le Alpi, nella terra dei rivali di sempre, ci si aspetta una reazione, almeno nel carattere e nella prestazione: poi, come dice qualcuno, il risultato a volte è occasionale.
FORMAZIONI – Deschamps non è un allenatore che ama le barricate e, nonostante giochi in casa e sia meglio non prendere gol, schiera una formazione per nulla rinunciataria: lo schieramento del Marsiglia, infatti, in fase offensiva diventa un 4-2-3-1 molto aperto. A proteggere Mandanda ci sono Azpilicueta, Diawara, N’Koulou e Morel, mentre Diarra (recuperato all’ultimo secondo) e Cheyrou fanno da diga davanti alla difesa, con Amalfitano a destra, Valbuena trequartista e A.Ayew a sinistra a supporto dell’unica punta, Brandao. Ranieri invece stravolge l’Inter: dal 4-4-2 so passa a una sorte di 4-3-3 in cui Forlan (inserimento a sorpresa) agisce da punta centrale, davanti a Sneijder e a Zarate, insospettabile titolare. Per il resto giocano Julio Cesar in porta, Maicon, Lucio, Samuel (anche lui recuperato a tempo di record) e Nagatomo in difesa, Cambiasso, Stankovic e Zanetti in mediana.
CENTRO INTASATO – Pronti via e si capisce subito che tipo di gara vogliano impostare i padroni di casa: passaggi veloci e ritmi alti. Deschamps deve aver studiato bene i nerazzurri e sa che in questo periodo non potrebbero sostenere fisicamente la velocità e la grinta degli avversari. In realtà però la squadra di Ranieri, dopo una fase di studio, prende subito le misure agli uomini in maglia bianca, che hanno comunque il pallino del gioco in mano, ma senza riuscire a impensierire Julio Cesar. Stankovic è il perno centrale del centrocampo a tre, mentre Zanetti e Cambiasso fanno i mastini accanto al serbo: l’accorgimento tattico disposto da Ranieri funziona, con la zona centrale del campo intasata, cosa che costringe i francesi ad allargare il gioco in fascia. Si mettono in mostra infatti soprattutto gli esterni di destra del Marsiglia, Azpilicueta e Amalfitano, i quali sforneranno un gran numero di cross per tutto il match, ma Samuel e Lucio, con Chivu e Maicon sugli esterni, fanno buona guardia su Brandao.
PALLA LUNGA – In fase offensiva l’Inter non si fa certo notare per brillantezza e incisività. Forlan gioca una gran partita, proprio lui, che aveva tanto deluso i cuori nerazzurri nelle ultime uscite. Ma el Cacha, si sa, è un centravanti, e il suo mestiere, se messo in condizioni opportune, è in grado di farlo al meglio. Peccato che i due giocatori al suo servizio, Sneijder e Zarate, incappino in una serata negativa: se il primo lancia comunque raramente sprazzi di classe, il secondo risulta davvero inconcludente con giusti tentativi di dribbling che però non vanno mai a buon fine. E il rammarico è tanto, perché l’Inter del primo tempo gioca prevalentemente sul lancio lungo, atto a sorprendere la difesa sempre molto alta del Marsiglia: in questo contesto Forlan lavora tanti palloni, ma molti di meno di quelli che potrebbe, proprio a causa della sterilità di Zarate e di Sneijder. Se a questo aggiungiamo che l’occasione più ghiotta gli capita grazie a un bellissimo traversone di Cambiasso, mediano dall’inserimento facile quest’oggi, e che Maicon e Chivu sono perennemente bloccati in retroguardia, allora è comprensibile il motivo per cui la prima frazione di gioco si sia conclusa non sullo zero a zero, ma soprattutto senza tante emozioni.
“CHI NON RISICA…” – Tutto sommato la prima frazione lancia segnali positivi: finalmente zero gol subiti e zero occasioni limpide per gli avversari. E a questo punto tutti si aspetterebbero una mossa a effetto da mister Ranieri per vincere una partita che sembra abbordabile, con l’inserimento magari di un altro giocatore offensivo al posto del poco convincente (per usare un eufemismo) Zarate. In realtà a entrare è Nagatomo per Maicon, uscito per un problema al ginocchio destro. Il giapponese entra subito bene in partita e si fa notare, oltre che per un buon lavoro in fase difensiva, anche per qualche bella avanzata, cosa che il brasiliano non garantiva nel primo tempo. La partita in realtà non cambia molto, il canovaccio è sempre lo stesso: Marsiglia che in maniera un po’ confusa ci prova, ma Inter solida, molto solida dietro. Julio Cesar è inoperoso, e anche Mandanda, dall’altra parte del campo, non può che annoiarsi. Anche perché Ranieri a metà ripresa toglie Zarate e inserisce Obi, per fare ancor più densità a centrocampo. Sneijder non si vede quasi più, mentre Forlan, solo in balia della difesa avversaria, combatte contro i mulini a vento, nonostante tanta buona volontà. Deschamps, invece, toglie il deludente Brandao e inserisce il J.Ayew, attaccante molto agile e veloce. E’ la mossa decisiva, perché il giovane ghanese si fa prima notare con un colpo di testa su cross di Amalfitano e poi decide il match al 93′ con una incornata da calcio d’angolo. L’Inter ripiomba nel buio, dopo una prestazione difensiva e difensivamente convincente. Forse fin troppo: e forse è questo il problema.