L’annuncio di Zanetti: “E’ il momento giusto per l’addio”
Era nell’aria, ora c’è anche l’annuncio. Javier Zanetti è pronto a dare l’addio al calcio ed affida le prime parole di congedo alla maglia nerazzurra al quotidiano argentino La Nacion. Una lunga intervista nella quale il capitano ripercorrere la sua vita interista e spiega i motivi che lo hanno spinto ad appendere gli scarpini al chiodo: “Perché ho deciso di ritirarmi? Perché sento che è il momento. Perché il calcio mi ha dato molto e mi è piaciuto tutto. Perché dopo l’infortunio ho deciso di dimostrare che potevo tornare ed essere competitivo. E l’ho fatto. Mi sento completo e compiuto. Smettere a quasi 41 anni è una sensazione impagabile. Per me, si tratta di un valore immenso, e ora è il momento giusto. Ed è molto difficile da accettare quando è il momento. Mi mancheranno la routine, lo spogliatoio, la competizione. Però penso che la paura deve averla chi non sa come occupare il nuovo tempo libero, e per fortuna io questa questione l’ho risolta. Resterò nel mondo del calcio e questo mi manterrà vivo. Sognavo di chiudere la carriera all’Inter, a casa mia, e ci sono riuscito. Da ora, nelle funzioni di manager sportivo, cercherò di essere utile alla squadra anche fuori dal campo. Un nuovo mondo per me, mi entusiasma”. Zanetti, poi, prosegue: “Dopo il Chievo sono sicuro che mi passerà tutta la mia carriera davanti. Mia madre, mio ??padre, le mie donne, i miei tre figli, gli amici che mi hanno sostenuto per tutto questo tempo. Chissà come mi lascerò andare. Quali partite rigiocherei? Due: la finale di Champions del 2010 per rivivere quella notte magica e quella con la Svezia che ci costò l’eliminazione dal Mondiale in Giappone. I migliori compagni di sempre? Ronaldo, Baggio e Messi. Tra gli avversai Giggs, Kakà e Zidane. Se mi ritengo un esempio? Speriamo. Potrei passare per vanitoso, ma spero che qualcuno possa trarre qualcosa di positivo ripercorrendo la mia carriera. Della mia carriera mi stupiscono i numeri, le statistiche. Vedere che ho giocato 1112 partite, che sono quarto nella classifica di tutti i tempi e che quelli davanti a me sono solo portieri. Che sono l’unico argentino ad aver giocato oltre mille partite, che sono lo straniero ad aver giocato più partite in Serie A e solo Paolo Maldini ha più partite giocate di me. Che nessuno ha giocato in un club più di me all’Inter e nella Nazionale. A volte mi chiedo: ‘Ma davvero ho fatto tutto questo?’. Poi mi riempio d’orgoglio”.