I miglioramenti: “Nella fase di non possesso palla, ho imparato a riconoscere le situazioni, a leggere bene e prima il gioco, mettendo attenzione anche quando il pallone ce l’hanno gli altri. Ma la cosa più importante è un’altra. Conte ha cambiato la mia testa. Un giorno mi ha chiuso nel suo ufficio e abbiamo parlato per un po’, di tutto. Da quel momento ho fatto uno step, la mia carriera è cambiata. Io voglio un giorno essere lassù, tra i top d’Europa. Dentro me stesso il pensiero è sempre stato quello di arrivare, di non restare fermo. Ma ho una sola via: lavorare, migliorare”.
Gol sbagliati: “Fino a qualche tempo fa mi disperavo, mi innervosivo, entravo in campo poco sereno. Ho imparato che così peggioravo solo le cose. La verità è che più lavori per i compagni, meno ci pensi e prima arriva la soddisfazione personale”.
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