I segreti: “È in un’infanzia molto simile, difficile. Abbiamo sempre saputo che per arrivare avremmo dovuto fare più degli altri, meglio degli altri. E questa cosa ce la portiamo in campo. Videogame? Giochiamo a Pubg… Sono più forte io. Su iPad, niente Playstation: mai piaciuta, a casa c’era la fila per giocare, ma io lasciavo il posto ai fratelli”.
La lite con Ibra: “Ero in panchina quella sera, dunque lontano e non ho sentito. Di sicuro in campo tutti noi abbiamo pulsazioni a mille. Ma dico pure che quella situazione è stata una “mala” immagine”.
Il legame con Hakimi: “Partita Marocco-Argentina. Sento chiamarmi in spagnolo, mi giro, era lui, mai parlato prima. Mi dice che conosceva Borja Valero, che seguiva la nostra squadra. Poi ci siamo ritrovati in Borussia-Inter. Abbiamo cominciato a sentirci, mi chiedeva sempre dell’Inter… Mi diceva che avrebbe voluto giocare da noi. E infatti…”.
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