Lautaro Martinez, nuovo capitano dell’Inter, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport a poche settimane dall’esordio in campionato dei nerazzurri. Il Toro ha parlato del suo nuovo ruolo da leader, dell’obiettivo Scudetto e del suo nuovo compagno d’attacco, Marcus Thuram.
Queste le sue parole:
FASCIA DA CAPITANO – “Portare questa fascia vuol dire assumersi più responsabilità dentro la squadra, dentro lo spogliatoio. Ma io l’ho sempre fatto anche prima. Ho un obiettivo: dare una mano ai compagni che hanno bisogno. Sono preparato, sono pronto per questo. Per me è un vanto, voglio essere all’altezza dei tanti campioni che hanno indossato la fascia nella storia dell’Inter e rendere tutti orgogliosi di me. È vero, sono andati via giocatori importanti, ora c’è un gruppo più giovane. Ma io inizio ora la mia sesta stagione qui: capisco tutto, conosco tutto, quello che ho imparato lo metto a disposizione”.
CRESCITA – “L’Inter sta crescendo, diciamo crescendo, il termine giusto è questo. Lo scorso anno abbiamo mantenuto l’asticella alta. Da tanti anni, almeno da quando sono qui io, l’Inter sta lavorando bene: si vedono i risultati, si raccolgono i trofei, con l’ultima Champions abbiamo riportato l’Inter nel posto che merita per la sua storia”.
SCUDETTO – “Dal momento in cui sono diventato capitano, ho in testa la voglia di vincere il campionato e di alzare io il trofeo. Io e i miei compagni ce lo siamo detti, abbiamo lasciato l’Inter in alto, la gente si aspetta tanto da noi e noi da lì ripartiremo. Perché bisogna avere fiducia in noi per lo Scudetto? Perché questa è una società abituata a vincere. E perché abbiamo fame. Io voglio vincere sempre, anche le partitine in allenamento. E questo messaggio voglio trasmetterlo ai più giovani”.
THURAM – “Marcus è molto intelligente, sa usare bene il corpo, è anche molto tecnico. Ci serve, è un campione, ci darà una grande mano. Speriamo che capisca in fretta il modo di giocare dell’Inter e l’idea del mister, che conosca in fretta i compagni. Marcus è più simile a Edin, gli piace andare a prendersi il pallone lontano dall’area, giocare con la squadra, dialogare. Ma io mi sono sempre adattato con tutti, sia da prima sia da seconda punta”.
RAPPORTO CON L’INTER – “Una seconda casa. Quando arrivai, tutti mi hanno trasmesso il loro amore. Non lo dimenticherò mai. Vengo da una famiglia molto umile, ho vissuto momenti difficili da bambino: quando la gente mi dà una mano, so apprezzarlo”.
INZAGHI – “Mi ha fatto capire che si può lavorare e imparare anche sorridendo: è un aspetto che ti fa essere sempre positivo, anche quando i risultati non arrivano”.
MIGLIORAMENTI – “Ora penso prima di fare le cose, prima ero tutto istinto. Guardate i cartellini gialli: prima ne prendevo di più, ho imparato a rispettare gli arbitri e gli avversari. Come calciatore ci sono sempre cose da “pulire”. Ad esempio posso crescere a livello fisico. E poi con i movimenti sulla gamba sinistra”.
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