24 Aprile 2012

Le 10 tipologie di tifoso interista

Si sa, il nostro è un sito che tratta di Inter ma una volta tanto non vogliamo parlare dei calciatori che calcano il terreno di gioco bensì dei loro tifosi. Ecco qui di seguito le dieci tipologie di tifoso interista, di colui che per un motivo o per l’altro ha donato il cuore (e in alcuni casi anche il fegato) ai colori nerazzurri.

IL TATTICO Solitamente uomo tarchiato di mezza età o incallito fantacalcista (nei peggiori dei casi entrambe le cose), egli si contraddistingue per i suoi vani tentativi di impostare dal divano di casa i movimenti dei giocatori in campo. La sua presenza la si nota soprattutto quando nel silenzio generale emette urla al fine di suggerire a Cambiasso a chi dover passare il pallone. Universalmente noto per la sua scarsa conoscenza calcistica (ma guai a farglielo notare) ed allenatore della squadra di calcio del figlio, ha come obiettivo domenicale quello di contestare le scelte dell’allenatore. Nella sua visione del calcio è contemplata solo la fase di possesso palla e prova una grande sofferenza nel notare come le persone  non capiscano le sue idee. Il momento più importante della partita è per lui la lettura delle formazioni ufficiali, il secondo è quello dell’intervista all’allenatore a fine match, momento in cui potrà riversargli ogni tipo di invettiva illudendosi che Stramaccioni (o chi per lui) lo possa ascoltare e imparare dai suoi insegnamenti.

IL DISTRUTTORE E? l’individuo più pericoloso per l’incolumità fisica altrui e per questo motivo i seggiolini intorno a lui sono sempre deserti. E? la versione più primordiale del tifoso, quello che abbina alla parola anche l’azione e studi scientifici dimostrano come non sia un individuo costantemente in movimento ma alterni momenti di empasse a rabbiosi scatti di ira. Nei club è colui che a ogni partita litiga con il proprietario del bar a causa delle sedie danneggiate o degli sputi rivolti verso il pavimento. Nella versione domestica lo si riconosce per l’arredamento del salotto che prevede la mancanza di oggetti come quadri o vasi di porcellana. Può dimostrare il numero esatto di sconfitte dell’Inter estraendo dalla sua credenza gli scontrini dei telecomandi rotti, aziende come la Meliconi hanno infatti costruito le loro fortune grazie a questo tipo di personaggi.

IL BLASFEMO E? la persona presente in ogni ambito della vita sociale, dalla fermata della metropolitana al calcetto con gli amici e per questo lo si trova anche allo stadio o al bar. Per lui il nemico e la causa unica delle sfortune nerazzurre è Dio e manifesta questa sua convinzione imprecandolo per ogni pallone perso dalla squadra. Amante anche della zoologia in quanto accosta il nome di Dio a centoventitre specie di animali differenti ogni partita, vede in Riki Alvarez la dimostrazione dell’avversione che ha il Signore verso la sua squadra del cuore. Nei casi più gravi, egli cita Dio anche in occasione di un gol o di una vittoria accompagnando all’urlo di gioia una bestemmia, poiché per lui non è mai una semplice vittoria contro un?altra squadra ma una vittoria su Dio. Nella sua variante laica, le cause degli insuccessi nerazzurri sono da ricercarsi in ciò che definisce come Governo Ladro della Repubblica Italiana.

IL PARAOCCHI Persona totalmente astrusa della realtà, all’interno del suo vocabolario non è menzionata infatti la parola imparzialità. Nei casi più cronici nega persino l’evidenza più palese, cosa che priva le sue tesi di un minimo di autorevolezza durante le sue discussioni con gli amici. Tendente al complottista, vede tutto ciò che accade sul terreno di gioco solamente da un singolo punto di vista e considera la partita come se in campo ci fossero solo i giocatori della propria squadra. Non ha nessuna intenzione di ascoltare le opinioni altrui e ritiene qualunque episodio negativo verso la squadra come un?offesa alla sua persona. Etichettato come il vicino rompicoglioni che nessuno vorrebbe nel proprio condominio, ritiene che il calcio debba seguire un codice di norme da lui inventato e qualora si intestardisca su qualcosa mai nessuno potrà fargli cambiare idea. Rispetto ad altre tipologie di tifoso si caratterizza durante la partita più per le sue espressioni facciali di disgusto o disappunto piuttosto che per le proprie urla, è odiato dai più e la maggior parte delle persone lo asseconda per evitare inutili discussioni. Nei casi più disperati il paraocchi è anche il tattico.

IL GIUSTIFICATORE E? il tipo di tifoso che ogni allenatore vorrebbe avere come presidente, colui che non ammetterà mai che la squadra ha giocato di merda ma che darà la colpa a fattori esterni di qualunque natura. Oggetto principali delle sue argomentazioni è l’arbitro, la cui unica funzione è secondo lui favorire la squadra avversaria rendendolo così il principale motivo con cui giustificare le sconfitte dell’Inter. Giocatore anonimo quando il giovedì sera gioca a calcetto con gli amici, vede in Platini e i suoi trascorsi juventini il motivo principale per cui l’Inter negli ultimi anni fa delle campagne estive ridicole. In assenza di errori arbitrali è portato a dare la colpa alla zollatura del terreno o all’assenza di giocatori squalificati o infortunati, è infatti convinto che pure l’assenza di Orlandoni possa influire negativamente la squadra dal punto di vista motivazionale. Nei casi più estremi il suo giustificazionalismo sfocia nel generalismo dando la colpa alla cattiva qualità degli stadi italiani, alla Federcalcio e in ultimo al pallone, a suo modo di dire palesemente irregolare per la partita in questione.

IL DISFATTISTA E? il tipo di tifoso che si contraddistingue per la sua negatività, colui che è scettico anche quando l’Inter affronta in amichevole la Rappresentativa del Sud Tirol. Trascorre la settimana preparandosi psicologicamente alla sconfitta che verrà e spende i suoi novanta minuti soffrendo come un cane in quanto convinto di un risultato negativo a fine partita. Nel delirio generale in seguito a una rete di Milito è l’unico a non esultare perché in cuor suo è consapevole che sarà una rete inutile e porta addosso con sé il fardello di essere l’unica persona capace di capire il dramma in cui andrà incontro la squadra. Il suo scetticismo emerge sin dal sorteggio con la monetina e al primo pallone perso sospira affermando subito che non è partita. Nel 2010 non festeggiava perché addolorato dalla transitorietà di quel momento e da sempre dopo ogni sconfitta si rivolge agli amici dicendo la frase Visto? L’avevo detto!. Fa del pessimismo leopardiano una ragione di vita e non lo si vede sorridere nemmeno nelle foto da bambino.

IL PARANOICO Figura losca e socialmente pericolosa la cui unica attenzione durante la partita è rivolta unicamente verso un singolo giocatore nerazzurro, ragione a suo dire di ogni sorta di disgrazia intorno alla squadra. Obiettivo preferito delle sue ingiurie è il più delle volte Christian Chivu e giustifica con la presenza del rumeno tutti gli errori dei compagni di squadra, i gol degli avversari e persino gli infortuni di Sneijder. Attende ogni anno con ansia l’apertura del calciomercato nella speranza che finalmente il suo grande nemico se ne vada, trascorre infine il pomeriggio del 31 agosto o del 31 gennaio aggiornando costantemente le pagine dei quattordici siti di calciomercato aperti in contemporanea per illudersi di una cessione che non avverrà mai. Nei casi più cronici è talmente ossessionato da tale giocatore che gli imputa anche i propri fallimenti lavorativi o sessuali, ciò fa di lui una mente estremamente pericolosa. In molti casi diviene un grande alleato del blasfemo, talvolta anche del giustificatore.

IL REPRESSO E? una figura ambigua, probabilmente la più enigmatica dato che spesso e volentieri si mischia alle altre. Non è disfattista ma spesso vede le cose in maniera negativa, non è tattico ma odia a morte il suo allenatore, non è paranoico ma ha dei nemici da eliminare. Cos?è quindi? Semplicemente un represso. E? il tipo di tifoso più a rischio infarto e fa di tutto per non manifestare il proprio disagio tenendosi all’interno le sue emozioni e restando immobile per tutto il match, cosa che desta grandi preoccupazioni nelle persone che gli sono intorno. Soggetto mediocre, più lento di Farinos e scommettitore incallito, rimpiange l’Inter operaia di Cuper e ai tempi del liceo si crogiolava per le giocate di Dalmat mentre la fidanzata limonava col suo migliore amico. Sfortunato nel gioco (ma anche in amore), è una persona che alterna i propri stati d?animo a seconda dei risultati della squadra. Il suo sito preferito è passioneinter.com

IL VEGGENTE Si considera il re dei pronostici ma non ha mai scommesso una schedina in vita sua, forse perché consapevole di come in realtà non ne azzecchi mai una. Lo si trova spesso al bar la domenica mattina a dire a tutti come finiranno le partite del pomeriggio ed è la classica persona che tutti evitano prima e durante le partite. Logorroico ed eternamente in mezzo ai piedi, è dotato di una buona dose di ironia, peccato per lui però che alle sue battute non rida nessuno. Ogni qual volta sostiene che la partita finirà a reti bianche accade dopo pochi secondi il gol di una squadra e all’arrivo di Mourinho aveva apostrofato il portoghese come uno che avrebbe fatto la fine di Tardelli. Ricorda caratterialmente e spesso anche fisicamente il preside Seymour Skinner dei Simpson e anche grazie alle sue doti di giocherellone ricopre spesso il ruolo di amico immaginario di parecchi bambini soli.

L’OCCASIONALE E? il tipo di tifoso che sparisce per mesi salvo poi riapparire quando c’è da festeggiare una vittoria. Nei momenti di magra finge di essere simpatizzante e non seguire tanto il calcio mentre nei periodi di grassa si presenta con la sciarpa nerazzurra pure a lavoro. Durante i festeggiamenti si distingue per essere la persona che urla più di tutti e che sgomita per apparire in qualunque foto, il sue profilo Facebook appare visibile o meno a seconda dei risultati dell’Inter. E? a ben ragione l’essere più disprezzato dagli altri tifosi nerazzurri, odiato persino dal giustificatore, perché ognuno di noi potrà pure vivere la sua passione in maniera propria ma l’Inter non si rinnega mai.

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