Le PAGELLE di Inter-Sampdoria: Nainggolan e Perisic trascinatori, Brozovic paga la stanchezza
I nerazzurri tornavano in campo dopo le vittorie contro Parma e Rapid Vienna
I GIOCATORI
HANDANOVIC 6.5 – Sul gol è colto sorpreso dalla dormita del proprio reparto difensivo ma quando può leggere le situazioni non sbaglia nulla.
D’AMBROSIO 6 – In effetti non gioca una partita degna di nota, tanta densità ma poca lucidità. Il gol è pesantissimo.
DE VRIJ 6.5 – Mai davvero impegnato, commette qualche piccola sbavatura nel primo tempo. Altrimenti potrebbe annoverare l’ennesima prestazione perfetta.
SKRINIAR 6 – Non concede niente per 90 minuti ad eccezione che sul gol di Gabbiadini. Per sua fortuna però Nainggolan sistema tutto.
DALBERT 6 – Gioca una buona partita, con attenzione sia in attacco che in difesa. Sbaglia qualcosa di troppo, è vero, ma mai nelle occasioni che contano.
GAGLIARDINI 5.5 – Al pari del compagno di reparto non brilla particolarmente. Probabilmente se Lautaro avesse capitalizzato al meglio la sua occasione avrebbe meritato qualcosina in più, almeno al fantacalcio.
–>Joao Mario 6
BROZOVIC 5.5 – Il croato è sempre quello che si prende carico della squadra sulle spalle ma sbaglia troppe decisioni in azioni potenzialmente pericolose. Un dato è evidente: paga la stanchezza di un intero anno passato da condottiero della propria squadra.
POLITANO 6 – Corre tantissimo ma conclude poco, anzi pochissimo. Ci si può chiedere se è questa la caratura dell’esterno dell’Inter.
–> Candreva 6
NAINGGOLAN 7 – Il belga a tratti esce dal gioco e si eclissa, ma quando si accende dà lo sprint in più. Il gol arriva da una palla un po’ inattesa. Esce tra gli applausi di San Siro.
–> Vecino S.V.
PERISIC 7 – Sprazzi di Ivan il terribile, che corre e crea tanti grattacapi ai difensori avversari. Manca solo il gol, che Audero gli nega con una parata d’autore. L’assist per D’Ambrosio è voluto, follemente voluto.
LAUTARO 6.5 – Non una gara semplice per l’argentino. Lotta e cerca di creare molto ma Tonelli è in serata di grazia.
Tributo ad Adriano, l’Imperatore dell’Inter che fallì il confronto solo con sé stesso
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