Il tanto invocato nuovo protocollo sulla disputa delle partite tra squadre falcidiate dai contagi è infine arrivato: giunge al termine di un Consiglio di Lega indetto proprio nella giornata di oggi al fine di redigere nuove norme, più coordinate con l’esigenza di un calendario – quello del campionato di Serie A – che non ammette più dilazioni e che non può più essere stiracchiato a piacimento come avvenuto negli scorsi anni. Il protocollo è arrivato: e probabilmente cambierà poco o nulla, perché si limita a fissare a 13 il numero minimo di calciatori in rosa per poter disputare una partita, fissando o ribadendo le scadenze per l’effettuazione e la comunicazione degli esiti dei tamponi sui gruppi squadra e sugli staff, ma, ufficialmente, nulla è ancora avvenuto – a livello di diplomazie – tra la Lega Serie A e le Autorità sanitarie locali per capire come ovviare al problema dei rinvii delle gare qualora un’Autorità locale decida di fermare il gruppo squadra in blocco.
In particolare, la Lega Serie A, con il comunicato n. 126 del 6 gennaio 2022, stabilisce che:
Ciò a cui, ovviamente, il nuovo protocollo non pone rimedio è la questione dei provvedimenti delle ASL locali che impediscono alle squadre di volta in volta coinvolte di prendere parte ai rispettivi impegni in caso di positività di tanti giocatori al Covid: la circostanza è ovvia, perché un protocollo della Lega Serie A non può avere una vis tale da disciplinare procedure di carattere amministrativo quali quelle di competenza delle ASL. Il protocollo, infatti, si limita a stabilire che una squadra che abbia ricevuto l’ok dall’ASL per partire per la trasferta non possa chiedere il rinvio se non dimostra di avere meno di 13 giocatori in rosa. Ma che succede se la ASL blocca il gruppo squadra in parola? E’ da intendersi, verosimilmente, che la disciplina rimarrà uguale a quella sinora adottata, e che dunque si assisterà a nuovi rinvii e nuove polemiche, poiché le ASL seguono i loro protocolli e non certo quelli della Lega Serie A, vincolanti solo per le società.
L’unica soluzione logica, a questo proposito, pare essere quella di uniformare il modus operandi delle varie Autorità sanitarie locali per evitare situazioni come quelle di oggi, in cui alcune squadre sono state fermate mentre ad altre squadre – possibilmente con più positivi in rosa – è stato concesso di giocare. A riferirlo è stato il Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, che, interrogata a riguardo, ha risposto: “Ci sarà una cabina di regia permanente sui campionati, l’obiettivo è quello di uniformare le decisioni delle ASL”. Dopo due anni di Covid e di problemi, la politica finalmente pare provvedere. Il calcio italiano, sentitamente, ringrazia.
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