3 Ottobre 2017

L’Inter non è bella, ma è solida: ecco pregi e difetti della squadra nerazzurra

Luciano Spalletti sta costruendo le fondamenta della sua Inter e sta provando a migliorarla: manca ancora qualcosa in mezzo e sulle fasce

Le sei vittorie conquistate in sette giornate sono lì a testimoniare l’ottimo lavoro svolto da Luciano Spalletti: il tecnico nerazzurro infatti si sta preoccupando di costruire le fondamenta della squadra, provando a migliorarla allenamento dopo allenamento.

Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport l’Inter è solida, cinica, fisica, resiliente e fortunata, ma non ancora bella. Tra le cose che vanno c’è sicuramente da sottolineare la solidità difensiva: la squadra prende molti cazzotti (vedi a Roma o a Bologna), ma non esce mai dal match, resta in piedi e alla fine il pugno giusto lo piazza lei. In questo aspetto pesa anche la fisicità di un gruppo nel quale Skriniar e Vecino hanno aggiunto chili e centimetri.
Dopo diversi esperimenti inoltre, Spalletti a Benevento potrebbe aver risolto il rebus trequartista: lui che in passato è stato capace di inventarsi a Roma prima Perrotta e poi Nainggolan in quel ruolo, ha trovato un Brozovic capace di pressare, inserirsi e vedere la porta, ma anche capace di coinvolgere Icardi. L’Inter poi, sembra essersi liberata dalla dipendenza da Icardi e Perisic: la squadra continua a segnare, trovando nuovi interpreti: dallo Skriniar a Crotone, a D’Ambrosio contro il Genoa, fino ad arrivare allo stesso Brozovic.

Ci sono degli aspetti però, nei quali l’Inter di Spalletti può e deve migliorare: secondo la rosea infatti, malgrado la copertura che cercano di dare Candreva e Perisic, uno dei punti deboli della squadra restano i terzini. La squadra inoltre, a volte fa fatica a rimanere corta perché mancano uomini di gamba in mezzo al campo. La sosta dovrà servire per completare l’inserimento di Dalbert, ancora balbettante e limitato al compitino, e per recuperare Joao Cancelo. Il portoghese infatti può essere una freccia fondamentale, potendo far rifiatare D’Ambrosio apparso stanco e, soprattutto, regalare verve all’attacco. Con il rientro di Cancelo, Candreva all’occorrenza potrebbe traslocare in mezzo: da trequartista ha già giocato e il tiro non gli manca.
La chiave di tutto però rimane lì nel cuore del campo, dove mancano veri interditori, uomini rapidi e che sappiano strappare. Questo limite pesa tanto in costruzione quanto nelle transizioni difensive. I prossimi giorni tra pochi intimi potranno essere importanti per rigenerare Borja Valero, mentre in fase di interdizione il salto di qualità deve farlo Gagliardini.  L’ex Atalanta è un diesel per costituzione, ma deve trovare continuità anche nel velocizzare la giocata.
Gagliardini è reduce da tre panchina consecutive a favore di Vecino, che di certo non è un calciatore esplosivo. Dopo un volo intercontinentale, l’uruguaiano tornerà in gruppo all’antivigilia del derby. L’azzurro dunque ha la grande occasione per regalare a se stesso e all’Inter la grande bellezza.

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