10 Novembre 2018

Atalanta-Inter, Spalletti: “Difficile avere Nainggolan domani, Brozovic va valutato. Gesto di Mourinho? Se stuzzichi un leone…”

Il tecnico nerazzurro, alle ore 12, ha incontrato i giornalisti per presentare la sfida contro i bergamaschi

Alle ore 12 di oggi, sabato 10 novembre, Luciano Spalletti ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa per presentare il match tra Atalanta ed Inter, che si disputerà domani alle ore 12.30 in casa della Dea. Dopo il pareggio per 1-1 maturato in Champions League contro il Barcellona, i nerazzurri sperano di tornare alla vittoria prima della sosta contro la squadra di Gasperini, per allungare una striscia vincente che in campionato è ancora aperta. Passioneinter.com riporterà live, come di consueto, le parole del mister in conferenza.

Prima di recarsi in sala stampa, Spalletti risponderà alle domande dei tifosi in diretta sulla pagina Facebook ufficiale del club. Qui di seguito le sue parole.

MOTIVAZIONI – “Basta avere l’obiettività di quello che è la forza dell’avversario che si affronta e dei campionati ultimi che ha fatto l’Atalanta. Soltanto la classifica non fa essere tra le primissime l’Atalanta, ma nei numeri che accompagnano la corsa di questa squadra ci troviamo tutte le qualità della squadra grandissima. Gasperini è un allenatore che fa bene al calcio e lo rende sempre più bello e moderno. Basta tornare indietro qualche mese e vedere quello che hanno fatto in Europa League e con chi avrebbero meritato di vincere. Questa partita è un’estensione della Champions”.

JOAO MARIO E GAGLIARDINI – “È fondamentale che la qualità del campione vero venga fuori, ovvero quello che mette davanti a tutto ciò che possiede il bene della squadra. Io in quelli che avete citato metterei anche Dalbert perché sono loro tre quelli a cui vanno fatti i complimenti perché ci sono dei momenti, essendo stati esclusi dalla Champions, che ti mettono veramente in difficoltà sul tuo comportamento, e lì ci vuole una costante mente solida, perché poi ti devi ristimolare da solo, quando non sei con i compagni e il mister. Quando sei da solo sei tu che vai ad innescarti i comportamenti corretti e le motivazioni, quindi bisogna fargli veramente i complimenti”.

PARTITA – “Mi aspetto una partita come è sempre stata, io me le ricordo tutte quelle giocate qui. Anche con le altre squadre, quando ho giocato in quello stadio, ho incontrato una squadra con la caratteristica di venire a sfidarti a viso aperto, facendo del duello e della forza fisica una qualità fondamentale”.

Ecco invece le sue parole dalla sala stampa.

TURNOVER – “Sicuramente i più stanchi sono quelli che hanno giocato di più. In questo caso Brozovic come minutaggio e come extra che ci mette lui personalmente nelle partite come corsa e qualità. I numeri dicono che è quello che ha fatto più strada, però poi è quello che lega anche il gioco dalla metà campo fino alla Curva Nord, di conseguenza è quello che fa partecipare veramente tutta la squadra alla manovra, quindi va valutato bene oggi quello che sarà il suo aver recuperato. Borja Valero ha fatto un pezzo di partita con grande qualità sia come corsa sia come presenza, però è stata ridotta nei minuti in base alle mie scelte quindi lui è a posto”.

NAINGGOLAN – “Ha tentato di fare quello che ci ha abituato, si è messo a disposizione e ha fatto anche bene per le possibilità che aveva. È chiaro però che è tornato un pochino indietro di condizione in funzione dell’infortunio che ha avuto, quindi penso che per lui sia difficile poter essere della partita. Va però apprezzato il suo essere disponibile alla squadra”.

DIFFICOLTÀ – “Non so quale possa essere il massimo numero di coefficiente di difficoltà, 10? Allora può essere anche il massimo se noi non andiamo a considerare che l’ultima partita prima della sosta è domani, non è stata quello di martedì. Questo nella testa dei calciatori spesso succede e farsi ritrovare nella condizione mentale di valutare la prossima partita come estensione della Champions è fondamentale perché gli si portano davanti i numeri che ha l’Atalanta. Solo il fatto che non sia tra le primissime in classifica come nome non la fa essere lì, ma se si considera i numeri che si porta dietro ci troviamo i numeri dell’alta classifica. Paga il fatto che all’inizio di stagione non sia riuscita a capitalizzare la mole di gioco che ha fatto e a fare gol, ma in funzione di gol fatti, subiti, palleggio nella metà campo avversaria, tiri in porta e occasioni da gol ne hanno più di noi. È una squadra che in casa si esalta e in quello stadio ti monta addosso e la mette sotto l’aspetto fisico, ti va a stimolare la forza fisica e mentale che hanno. In tutto questo poi c’è di mezzo anche Gasperini, che fa del bene al mondo del calcio e influisce a renderlo più bello e più moderno questo sport. Quindi gli si presenta quello che in realtà domani si trova davanti, non c’è da falsare niente. Tutto vero”.

GESTO MOURINHO – “Mi sembra che Mourinho stesso abbia detto nel post conferenza che a freddo non lo rifarebbe. Secondo me questo ci trova tutti d’accordo, però poi ci sono pressioni emotive, soprattutto in determinate partite, che vanno a sommarsi e il rischio di cadere in qualche piccola reazione c’è, io faccio quel lavoro e lo so bene. Io penso che finché si resta su fatti di questo livello fa parte tutto dello spettacolo. Poi se vai a stuzzicare un leone, il leone ruggisce. Può succedere”.

LAUTARO MARTINEZ – “Sta bene. Come vive questo periodo? Come Keita, Candreva, Ranocchia, Joao Mario, Politano, Miranda e me in alcune partite”.

4-3-3 o 4-2-3-1 – “Si possono usare benissimo tutte le soluzioni senza andare a rischio di poter fare delle suddivisioni ben precise. Il vertice alto o basso è facilmente scambiabile durante le fasi di gioco, e spesso un centrocampo a tre, che sia con il mediano basso o con i due mediani e l’uomo avanzato in trequarti, si viene a modificare da solo nello scorrimento della partita. Si trovano entrambe le soluzioni con qualsiasi impostazione la squadra abbia iniziato. Oggi giochiamo col 4-2-3-1, poi però nello sviluppo del gioco si trova il 4-3-3 e viceversa. Ciò che può fare la differenza è se la squadra avversaria ha un play di qualità che riesce a dettare i tempi alla partita. In quel caso va tenuto maggiormente d’occhio, anche se diventa comunque un avversario di tutti, non è mai di uno solo, e tutti devono dargli più attenzione. Quindi non c’è differenza e si va avanti così, quando si ha palla si va a impostare col centrocampista basso e le due mezzali, perché ti dà più soluzioni offensive, a differenza dell’altro modulo che dà più equilibrio ma meno soluzioni offensive”.

STRISCIA DI VITTORIE – “La striscia di vittorie è quello che dovevamo fare dopo la partenza. Il nostro dev’essere un campionato di questo livello, se poi per un periodo decidi di prendertela comoda è chiaro che per un altro periodo devi galoppare più forte. Per me non c’è nessuna novità, me l’aspettavo così la reazione. Anche se poi queste strisce di buoni risultati riempiono un po’ il serbatoio di convinzione e buone cose. Bisogna però stare attenti a non stimolare anche quello della presunzione, perché le due cose sono molto vicine. E naturalmente quelli che sono dei buoni risultati non ti danno il diritto di poter mollare di un centimetro nel confronto con l’avversario, tanto più se si chiama Atalanta.

CAMBIO RUOLO DI BROZOVIC – “Secondo me Pjanic è uno di quelli che rende bene l’idea, perché quando fu invertita la sua posizione con Nainggolan si scatenò il putiferio. Ora uno gioca alla Juventus e uno all’Inter ed entrambi con grande continuità, ma non sono io che l’ho fatto, sono loro che hanno quelle qualità. Si potrebbero anche invertire di nuovo, perché sono calciatori di primissimo livello. È chiaro che fanno anche il bene della squadra, perché abbinano anche la convinzione di avere delle qualità importanti, quella forza del calciatore di carattere che poi determina i risultati della partite. Brozovic è su questa strada qui, ha il piede con la bussola direzionante, lui sa dove va portato il discorso e la palla, è uno che nello scorrimento della partita prende continuamente notizie e le usa in maniera corretta. È diventato un giocatore importante per noi. Io ritengo che ce ne vogliano tanti così, quasi tutti, per arrivare in cima alla classifica della Serie A. Lui è uno di questi”.

COMPETERE CON LA JUVENTUS – “Secondo me loro sono veramente i più forti di tutti e saranno quelli che probabilmente vinceranno il campionato. Però ci sono squadre e difficoltà durante lo scorrimento di un campionato come quello italiano che possono minare queste certezze e queste qualità. Tutte le altre squadre dovranno essere impeccabili e dovranno veramente cercare di fare l’impossibile, che però a volte si è verificato e questo è ciò che cercheranno tutte quelle che le stanno dietro. La convinzione di poter cambiare un momento o un percorso in base alla forza che si ha e al carattere nel crederci senza mollare deve essere delle persone. Non bisogna darla mai vinta nemmeno quando l’arbitro fischia dopo il 95esimo”.

PREPARARE TUTTE LE PARTITE ALLO STESSO MODO – “Di questo ne deve far parte la maturità dei calciatori, perché questa è una delle occasioni per vedere che livello di maturità abbiamo raggiunto, perché una striscia di buoni risultati è stata fatta anche nei campionati precedenti, però poi è la costanza di comportamento che ti porta a crescere. Come si è detto recentemente i contratti ti fanno essere dell’Inter, ma sono le vittorie che ti fanno entrare nella storia dell’Inter. E la dimostrazione è la reazione dei tifosi nerazzurri al gesto di Mourinho, perché coi risultati fatti insieme l’amore infinito è una conseguenza, e dev’essere da stimolo anche per noi poter vivere un sentimento di quel genere lì. Quindi ci vogliono cadenze e risultati continuati, ci vuole atteggiamento di quelli che si inizia oggi ma non si sa dove si va a finire perché dev’essere un movimento continuo quello di andare a migliorare e dare sempre più soddisfazioni al popolo interista, che se lo merita tutto”.

SAN SIRO O NUOVO STADIO – “Io sono prima di tutto contento che sia stato trovato questo accordo e ci sia questa collaborazione con il Milan, perché sono due società importanti e messe insieme possono sicuramente dare un risultato ancor più di qualità. Poi a me San Siro piace già com’è adesso, tutti quelli che conosco e sono venuti hanno detto tutti parole cariche di entusiasmo sia per la qualità dello stadio che per tutti quei livelli di qualità che circondano lo stadio, per far arrivare ed andare via i tifosi, farli stare in un contesto corretto etc. Ci sono tutti gli ingredienti. Io sono per andare avanti e credere che ci sia sempre la possibilità di migliorare, quindi se due colossi come Milan e Inter si mettono d’accordo per migliorare lo stadio sicuramente lo renderanno migliore rispetto a ora. La cosa a cui bisogna fare attenzione è far sentire dentro il salotto di casa propria tutti coloro che vengono a vedere le partite. Sono convinto che metteranno un’innovazione tecnologica che permetterà a tutti di essere ancora più dentro al campo”.

PERISIC – “Si trova dentro tutti i numeri che hanno fatto la classifica dell’Inter in questo momento. Purtroppo noi andiamo sempre a vedere chi fa gol e chi fa assist, però non ci sarebbero quelli lì se non ci fossero poi altri numeri e comportamenti dove uno come Skriniar, ad esempio, diventa fondamentale, o come Handanovic per altri motivi. Noi siamo contentissimi di lui, ed il fatto di averlo scelto spesso è perché riesce con le sue galoppate a portare un contributo per le segnature degli altri e io lo metterei dentro la qualità della squadra. È assolutamente uno di quelli che ha fatto molto bene per avere questa classifica”.

DALBERT – “Quando si vanno a fare dei nomi individuali poi si perde di vista il lavoro ad esempio di un Vecino o di un Gagliardini. Dalbert ha fatto bene e meriterebbe di più, però poi lei cita anche Asamoah che ha fatto benissimo e gioca nel suo stesso ruolo. Il suo collega prima ha fatto intendere che Icardi e Lautaro dovrebbero giocare insieme, poi però avendo tante competizioni tutti necessitiamo di un gruppo di calciatori forti. Se Lautaro e Icardi giocassero insieme costantemente probabilmente ce ne vorrebbero due per il livello di squadra che siamo adesso, e probabilmente il suo collega la prossima volta verrebbe a chiedermi perché non giocano tutti e quattro. Siamo dentro ad una situazione pensata ed organizzata che è quella corretta per arrivare fino in fondo, poi ci sono momenti dove uno è più in condizione dell’altro, però quelli veramente penalizzati e a cui va fatto un plauso particolare sono quelli che ho escluso dalla Champions: Gagliardini, Joao Mario e Dalbert. A loro va dato il merito di essere professionisti con la P maiuscola. Un fatto è quando siamo tutti insieme, quando con il coinvolgimento generale ti senti nel contesto. Un altro è quanto i tuoi compagni vanno a giocare in Champions e tu sei lì da solo in palestra ad allenarti. È lì che viene fuori la qualità della persona nel non concedere un centimetro nella situazione che vivi. Loro tre sono una cosa particolare, gli altri hanno fatto tutti quello che devono fare”.

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