27 Novembre 2015

Ljajic: “Grazie a Mancini, adesso riesco a dare di più per la squadra. Eto’o e Pandev come esempi”

Si  ripreso l’Inter, Adem Ljajic. E per farlo ha usato il più nobile dei metodi che ha a disposizione un calciatore: lo ha dimostrato sul campo. Ecco l’intervista concessa dal serbo a Tuttosport.  LUOGHI COMUNI – “Si dice che io sia un tipo indolente in mezzo al campo, eppure nella partita col Frosinone sono quello che dopo […]

Si  ripreso l’Inter, Adem Ljajic. E per farlo ha usato il più nobile dei metodi che ha a disposizione un calciatore: lo ha dimostrato sul campo. Ecco l’intervista concessa dal serbo a Tuttosport. 

LUOGHI COMUNI – “Si dice che io sia un tipo indolente in mezzo al campo, eppure nella partita col Frosinone sono quello che dopo Biabiany ha percorso più chilometri, lo so. Non è difficile aver voglia di aiutare i compagni se sai che loro poi ti aiuteranno nella manovra offensiva. Non lego con gli allenatori? Questo è il secondo luogo comune. Ho avuto problemi con un solo allenatore, con gli altri è filato tutto lisco. Io rispetto tutti, in particolar modo chi decide cosa fare in una squadra”.

CURA MANCINI – “Lui mi ha aiutato nell’atteggiamento in campo, nel dare di più per la squadra. Mancini infonde positività nei giocatori e sa motivarti come pochi altri. Ha dimostrato anche di dare una chance ha tutti, con lui si è sempre sulla corda: è capitato che giocasse chi non se lo aspettava proprio. Come mi regolo? Guardo la lavagna e cerco di capire se ci sono. Essendo stato un grande attaccante, riesce a capire le mie e le nostre esigenze. Però quando perdiamo palla in fase offensiva, urla”.

PRECARIO ALL’INTER – “So che la mia permanenza è legata a un riscatto dalla Roma fissato a 11 milioni. Come la vivo? Non ci penso. Vedremo cosa succederà. Al mio momento il mio unico pensiero è quello di dare il massimo per questa maglia. Mi piacerebbe restare all’Inter, ma adesso ho solo voglia di giocare”.

ETO’O E PANDEV COME ESEMPI – “Ricordo come giocava quella squadra: tutti correvano, tutti difendevano. Se ci riuscivano Eto’o e Pandev, perché non dovremmo farlo io e Biabiany o Perisic? Quella Inter è un esempio da seguire: le vittorie arrivano solo col sacrificio”.

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