Lovisa (Pres. Pordenone): “Non veniamo a San Siro in gita. Per noi sarà una prova di maturità…”
Il numero uno del club friulano ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello SportQuella di stasera sarà una partita storica per il Pordenone ed il Presidente Mauro Lovisa ha parlato ai microfoni de La Gazzetta della Sport, commentando la sfida che andrà in scena a San Siro e non solo:
Presidente, lei ha detto che volete arrivare in alto…
“Sì, vogliamo la B e col tempo la Serie A. Questa società è una cosa seria, e noi a San Siro non veniamo in gita. E’ la nostra prova di maturità, veniamo a vedere cosa vuol dire il massimo livello. E’ una prova sportiva e organizzativa”.
D’accordo presidente. Lei vola alto, ma nel girone B della Serie C siete quinti a nove punti dal Padova che corre.
“Ci sentiamo tra qualche mese”.
Che significa?
“Che recuperiamo il nostro attaccante Gerardi e che se c’è da fare qualche inserimento lo facciamo. Mio figlio Matteo e l’allenatore sanno tutto del mercato e di quel che serve. E poi possiamo arrivare anche secondi e giocarcela ai playoff, lo scorso anno col Parma abbiamo subito dei torti, quest’anno è meno complicato il meccanismo”.
Come nasce il miracolo Pordenone?
“Dall’impegno e dalla volontà. Da una società che si struttura, con veri valori umani in cui crescono i giovani. Ora abbiamo anche la squadra femminile in B, l’ex Graphistudio. E poi circa quindici società affiliate. Abbiamo costruito questo centro, grazie soprattutto all’ex sindaco e ora vice presidente regionale Sergio Bolzonello che è un tifoso vero. Gli devo tanto, ma anche la nuova amministrazione ci segue”.
Bolzonello è un ultrà…
“Si trasforma allo stadio, a San Siro saremo uno accanto all’altro”.
Lei è passato da un tecnico bravo, Tedino, che ora è in testa alla B col Palermo, a un altro altrettanto bravo come Leo Colucci. Anche lì sceglie suo figlio ventunenne?
“Sull’allenatore metto una parola io. Colucci è bravo e ha valori umani incredibili”.
Stasera in 4.500 a San Siro, alle vostre partite in casa al Bottecchia in duemila. Qualcosa non quadra.
“Quello di stasera è vissuto come un evento, stiamo diventando simpatici. Però spero che questo risultato in Coppa Italia faccia crescere l’entusiasmo. Abbiamo l’idea di fare uno stadio di proprietà e intanto ci trasferiremo a Fontanafredda (dal prossimo campionato, ndr)”.
Udine è vicina. Cosa invidia all’Udinese?
“La gestione dei Pozzo è perfetta, bilanci a posto, stadio. Sono un modello, i Pozzo, e ho sempre tifato Udinese. Però io, a differenza loro, credo di più nel settore giovanile”.
Però non avete un giocatore loro…
“Proprio per questo. Loro mandano i ragazzi a partire dalla B, quindi lavoriamo più con club come Juve, Inter, Bologna che hanno un bacino più ampio”.
Ha accennato all’Inter… Ecco, cosa si immagina stasera? Lei giocava centravanti: una maglia di Icardi se la porterà a casa?
“Magari sì, ma andiamo a fare la partita, noi giochiamo sempre, abbiamo il pallino in mano. Ha visto come abbiamo giocato col Cagliari? Abbiamo vinto noi eh…”.
Sì, con l’Inter sarà più dura.
“Ma noi proveremo a creare. Berrettoni è il nostro Di Natale, se gioca bene fa la differenza e occhio alla personalità di Burrai in mezzo e a Magnaghi davanti. Da loro mancherà Icardi, a noi manca Gerardi”.
Chi stima nell’Inter?
“E’ una grande squadra, ma ho sempre stimato su tutti Javier Zanetti. Il piacere vero sarà incontrare proprio lui. Poi se vinco ribadisco che torno a casa a piedi”.
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