E’ stata un’intervista molto divertente e anche interessante quella che ha visto come protagonisti Romelu Lukaku e Lautaro Martinez ai microfoni di Dazn. I due attaccanti hanno svelato alcuni dettagli della loro amicizia e del feeling che sin dal primo giorno hanno sentito l’uno per l’altro dentro il campo. Big-Rom, tra risate e aneddoti sullo scudetto, ha parlato di un gruppo variegato ma assolutamente molto unito, orchestrato dalla personalità di un grande allenatore come Antonio Conte, vero motore di questa Inter. L’intervista del belga:
DERBY D’ANDATA – “Loro hanno iniziato bene, Ibra ha fatto due gol e dopo questo noi abbiamo dominato la partita senza sfruttare le occasioni. E’ stata difficile per noi, ma sapevamo di essere stati più forti. Questa partita ha dato energia alla squadra per iniziare il percorso verso lo scudetto”.
CALL OF DUTY – “Ricordo che lo scorso anno è venuto in camera mia e ha iniziato a giocare, ha giocato 45 secondo massimo e l’hanno massacrato subito. Gli ho detto: ‘Fratè lascia stare e vai a dormire'”.
LAUTARO – “Quando sono arrivato la prima cosa che gli ho detto è che avrebbe fatto tanti gol, più di 15 almeno. Poi ho incontrato suo papà e abbiamo parlato 10 minuti. Gli avevo detto che con suo figlio in due anni avremmo vinto insieme e Lautaro era al nostro fianco, da lì è iniziata la nostra storia”.
SVOLTA SCUDETTO – “La partita in cui abbiamo iniziato il percorso scudetto è la partita a Sassuolo, noi abbiamo parlato con squadre e mister, abbiamo cambiato il modulo di giocare, di essere più compatti. Da lì ho visto che la squadra giocava veramente unita”.
HAKIMI – “Il bacio che gli ha dato Conte? Il papi, sono papà e figlio, Hakimi ha preso il mio posto, perché corre di più (ride, ndr)”.
SCONTRI DIRETTI – “Dopo la Juve dovevamo ancora giocare contro Milan, Atalanta e Lazio. Pe noi la cosa che ha cambiato tutto è che abbiamo vinto tanti scontri diretti, abbiamo dimostrato di essere i più forti perché le abbiamo vinte tutte”.
BARELLA – “E’ la voce della squadra, perché Nicolò parla sempre, sempre. Con me litiga sempre, ogni giorno, ma quando si vede a colazione siamo amici. Quando camminiamo per andare in campo lì si inizia, ma Nicolò, io, siamo dei giocatori pazzi dentro la testa. Abbiamo bisogno di questa perché ci dà energia, io ho bisogno di Nicolò, ogni squadra ha bisogno di calciatori che vanno in guerra e lui è uno di questi”.
LAUTARO – “Sono come lui, noi lavoriamo per la squadra. Ma se un giorno in cui non sto benissimo so che Lautaro è caldo, io lo cerco sempre”.
DERBY DI RITORNO – “Un derby è sempre un derby, qui chi vinceva andava primo in classifica. Mi ricordo in questa settimana ci siamo allenati con la Primavera preparando la tattica per la partita, ci siamo allenati ad un livello incredibile. Dal secondo giorno ho detto a Lauti che questa partita non l’avremmo mai persa. Sul primo gol di Lautaro su quella situazioni ci eravamo allenati due giorni prima della partita. Loro giocano a quattro, lui si metteva dietro Kjaer. Da lì ho capito che loro erano morti. Il mio gol? Avevamo parlato io e il mister, e gli avevo detto che sarei stato io ad ammazzare la partita. Il mister è così, picchia un po’ a Lautaro un po’ a me e dopo ridiamo insieme. Prima faceva sempre il torello con noi, ma non la prendeva più e adesso dice che si è fatto ‘male al ginocchio’ (ride, ndr). Prende sempre i tunnel se gioca con noi”.
TRAGUARDO FINALE – “Dopo l’Atalanta mi sono detto che lì era finita per lo scudetto, non l’ho detto ma l’ho pensato”.
ERIKSEN – “Artista, un maestro. Io ricordo che il primo allenamento che lui ha fatto ha preso due gol, ho stoppato l’allenamento e ho detto al mister: ‘Va bene, possiamo entrare’. Un artista”.
BROZOVIC – “Non ha testa, sempre si inca**a in campo, quando lui sbaglia il passaggio in campo è colpa tua”.
CONTE – “Perché è il migliore di tutti? Vuole sempre migliorare. Per me a livello umano è cresciuto ancora di più, quando sa che ha fiducia nei suoi calciatori anche lui dà di più. Anche lui come tutti quest’anno è cresciuto ancora di più. Dice sempre: ‘Romelu la partita è iniziata, sveglia! Lauti sveglia!’. Abbiamo fatto gol e lui: ‘No eh ragazzi, la partita’. 3-0, ma dai mister”.
LA SFILATA – “Sì, ero a casa con mio figlio e anche lui faceva la festa, mi sono detto dai è la prima volta che vinco qualcosa di importante e lo voglio festeggiare. Sono andato in giro dalla sede a City Life, ero con mio figlio, un amico mio e mia madre in macchina. Mi sentivo un capo, avevo 30 macchine dietro di me”.
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