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Lukaku e l’Inter, un legame d’amore vero, d’altri tempi

Nel calcio moderno si sa, a smuovere le acque sono molteplici fattori, su tutti il denaro naturalmente (purtroppo). Ormai i calciatori sono ostaggio dei procuratori, le società vittime di spese folli e gestioni scellerate e, su tutto questo caos ribollente, regnano incontrastati gli intermediari, ormai veri burattinai del circo calcistico.

L’amore vero, nel calcio come nella vita di tutti i giorni, è ormai diventato utopia, soffocato da meccanismi troppo veloci e materiali. Esistono però delle eccezioni, legami che, a prescindere dalla durata, bruciano con un’intensità tale da dare ancora speranza agli ultimi nostalgici del pallone. È il caso del filo invisibile che tiene stretti l’Inter e Romelu Lukaku.

Il colosso belga, talento precocissimo e dirompente, si era un po’ perso in Premier League, dove dopo alcuni anni ad altissimo livello non riusciva più ad esprimersi al meglio. Le aspre critiche, sia interne che esterne al Manchester United, non facevano altro che complicare la sua situazione, instillando in lui un’insicurezza ed una fragilità che non erano mai state nelle sue corde. Poi, nel 2019, Antonio Conte, a prescindere da tutto uomo fondamentale nella storia nerazzurra, convince la proprietà nerazzurra a fare uno sforzo economico enorme, il più grande della storia del club, per portare a Milano Lukaku.

Lukaku Inzaghi (@Getty Images)

In tanti anche in Italia se la ridono e storcono il naso, certi dell’enorme buco nell’acqua che farà l’Inter con un’operazione del genere. Poveri illusi. Sotto la guida di Conte, coccolato, spronato e spinto oltre i propri limiti, non solo il belga raggiunge una forma fisica perfetta, ma anche una condizione mentale tale da renderlo un autentico ciclone nel campionato italiano. Nulla possono i difensori contro il suo strapotere fisico: quando vuole andarsene palla al piede se ne va. Nella sua nuova veste di uomo simbolo della squadra, Lukaku smette i panni del gigante impacciato e pasticcione per vestire quelli dell’implacabile realizzatore e delizioso rifinitore. Lo Scudetto al secondo tentativo è solo la ciliegina sulla torta di due anni esaltanti.

Ma non sono solo i goal e gli assist, la fiducia maturata sul campo, a definire il Lukaku nerazzurro. Big Rom infatti a Milano è leader incontrastato, uomo spogliatoio dentro e fuori dalle partite. L’ambiente lo ha amato da subito e lui da subito ha sentito il cuore gonfiarsi, colmarsi di affetto per quella che è diventata la sua seconda casa. Un rapporto d’altri tempi, un legame tanto saldo come poche altre volte si era visto tra un calciatore arrivato in corsa e non maturato sin da bambino tra le file di un club.

Il rapporto è ormai simbontico: Romelu ha bisogno di come lo fa sentire l’Inter, dell’amore dei tifosi, e l’Inter ha bisogno del suo cavaliere senza macchia e senza paura, del suo salvatore e campione. Per questo il rapporto andrà avanti, puntando ad altri successi dopo lo Scudetto appena ottenuto. Nessuna tentazione, nessuna possibile cessione in futuro, potrà mai intaccare l’amore indissolubile che ha rigenerato due cuori feriti, rendendoli uno. Uno e vittorioso.

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Pietro Magnani

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