24 Gennaio 2020

Lukaku: ”Ho scelto di lasciare Manchester a marzo. Conte? Nessuno si allena come noi. Dopo lo Slavia Praga…”

L'attaccante nerazzurro si racconta in una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport News

Conte e Lukaku, Getty Images

E’ fin qui l’acquisto più costoso della storia dell’Inter: un investimento record in estate da circa 80 milioni di euro, fortemente sponsorizzato da Conte che fin qui sembra aver avuto ragione. Ci ha messo poco tempo Romelu Lukaku per conquistare il mondo nerazzurro: l’attaccante belga ex Manchester United si è concesso ad una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport News per commentare il suo passato nei Red Devils, il rapporto con Mourinho, quello con Conte e la sua nuova avventura in Italia.

Ecco le sue parole: ”Credo di aver avuto bisogno di ritrovarmi. L’anno scorso è stato una sfida per me visto che le cose non stavano andando esattamente come desideravo e non lo stavo facendo. Lasciare il Manchester United? Ho fatto la mia scelta intorno a marzo, e sono andato a parlare con la dirigenza informandola che per me era di una nuova avventura. Credo di aver fatto la scelta giusta. Il Manchester United punta su giocatori più giovani, quindi credo che sia stato un grande affare per entrambe le parti”.

L’Inter e Conte:Noi giocatori siamo concentrati sul lavoro che dobbiamo fare poiché il mister ci guida tutti i giorni. Nessuno si allena tanto quanto noi ma ora mi sento al top della condizione fisica. Dopo due settimane dal mio arrivo all’Inter ho parlato con il mio agente e gli ho detto che non riuscivo a sopportare gli allenamenti perché non avevo mai fatto questo tipo di lavoro. Ma Conte è costantemente lì e spinge tutti i giocatori a fare il lavoro. E lui ci riesce, ti spinge a fare ancora di più. Questo è fantastico per me, finalmente può apparire la mia versione migliore in campo”.

Sogno scudetto:Le persone attorno a noi sono molto cariche, ma noi giocatori nello spogliatoio siamo concentrati sul lavoro che dobbiamo fare perché l’allenatore ci sta addosso ogni giorno. Siamo la squadra che corre di più, creiamo molte occasioni e abbiamo una grande difesa perché non ci arrendiamo fino alla fine. È bello da vedere e per me è stato come pensare che finalmente il mio pieno potenziale può emergere”.

Il retroscena con Conte:Lui te lo dice direttamente in faccia se fai bene o sbagli. Mi ricordo che dopo la prima partita di Champions League contro lo Slavia Praga, ho giocato in modo davvero negativo, come se fossi spazzatura quel giorno, e lui mi ha rimproverato davanti all’intero gruppo. Non era mai accaduto nella mia carriera, mi ha detto che ero veramente spazzatura e che sicuramente mi avrebbe tolto dopo 5 minuti se l’avessi fatto di nuovo. Qualche giorno c’era il derby e ho giocato una delle migliori mie partite.  Ha rafforzato la mia fiducia e mi ha svegliato allo stesso tempo. Conte lo fa con tutti, non importa chi sei. Tutti sono uguali. Lavori duro, ti alleni duramente e giochi. Se non fai quello che dice, non giochi”.

I rapporti con gli altri mister:‘Chi ha tirato il meglio da me? Roberto Martinez, Ronald Koeman e e Conte. Mourinho, se avesse sicuramente avuto i giocatori che desiderava, avrebbe sicuramente fatto molto meglio di quello che abbiamo fatto”.

Le armi migliori e le differenze tra Inter e Belgio: ”Riesco ad utilizzare entrambi i piedi allo stesso modo e so far male di testa. Quando c’è molto movimento intorno a me, come con l’Inter e con la Nazionale, riesco a giocare sicuramente meglio. All’Inter giochiamo con il 3-5-2, in nazionale con il  3-4-3: ci sono tanti giocatori vicino a me. Entrambi i sistemi di gioco sono davvero preziosi ma devo continuare a migliore poiché ci sono costantemente concorrenti”.

Il razzismo in Italia: ‘Credo che quello passato sia stato un anno triste in generale, ci sono stati molti casi, specialmente nel calcio. Dobbiamo fare meglio, educare le persone. L’istruzione è la chiave: sono fortunato a essere stato a scuola, avevamo più di 50 nazionalità diverse e non ho mai cercato di discriminare qualcuno. Questa è una lezione che insegnerò a mio figlio, che nessuno è diverso, tutti sono uguali. L’Italia? Per me è un Paese bellissimo in cui vivere e c’è il potenziale per essere un grande campionato come una volta, ma bisogna lavorare insieme per tenere quelle persone ignoranti fuori dallo stadio”.

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