Lukaku: “Sarei ancora a Milano se avessi rinnovato: Lautaro resta all’Inter che arrivo”
Nuove parole da parte dell'attaccante belgaCi sono delle nuove parole da parte di Lukaku nell’intervista rilasciata in esclusiva a Sky Sport: “Dopo che abbiamo vinto lo scudetto sono andato dai dirigenti e ho chiesto il rinnovo. A Milano stavo bene, non hanno voluto“. In realtà la società nerazzurra non aveva la forza economica per accontentare le richieste di Lukaku sull’ingaggio, così come era impossibile rifiutare un’offerta da 115 milioni di euro da parte del Chelsea.
Lukaku ha poi aggiunto: “No, il mio addio non è legato a quello di Conte: l’unica cosa era il rinnovo. Sapevo che con Inzaghi allenatore l’opportunità di vincere sarebbe rimasta, per lui il prossimo step è lo scudetto. Non sono andato al Chelsea perché Conte è partito. Se mi avessero proposto il rinnovo sarei a Milano”.
CHELSEA E TUCHEL – “Sono in un momento in cui il mister penso possa farmi giocare di più. Ma rispetto le sue scelte. Stiamo cercando di trovare un modulo dove io e lui possiamo trovarci, anche per aiutare la squadra al meglio. A un centro punto, parleremo con Tuchel e vedremo la situazione”.
SCUDETTO – “Scudetto? Sì mi sono buttato in mezzo alla gente. Penso sempre a Milano: il miglior momento della mia carriera. Devo ringraziare i miei compagni, lo staff di Antonio Conte e anche quello di Inzaghi. I dirigenti top. I tifosi dell’Inter sono i migliori al mondo”.
L’ADDIO DALL’INTER – “Perché è finita? Il Chelsea per me è la squadra del cuore da piccolo, sono andato al Chelsea a 18 anni per la prima volta: non è andata bene. Avevo voglia di nuovo della sfida: in carriera sono sempre andato in contro alle difficoltà, non so perché. Quando ero all’Inter, dopo il primo anno, ho rifiutato un’offerta del City (che era più alta di quella del Chelsea in estate). Non era il momento, volevo restare all’Inter che mi ha salvato la carriera. Insieme abbiamo fatto grandi cose insieme”.
RINNOVO – “Ho chiesto il rinnovo perché arrivato a 28 anni volevo stabilirmi. Era difficile per me accettare il rifiuto del rinnovo. Ho chiamato Inzaghi, abbiamo parlato: devo dire che è stato bravissimo con me. Lui e il suo staff sono stati dei veri uomini. Ma anche tutta la società, però mi ha dato fastidio la questione del rinnovo. Sarei rimasto all’Inter. Non sono andato al Chelsea per guadagnare di più: volevo vincere in Inghilterra, andare nella squadra che tifo da bambino”.
L’INTER – “La gente parla della società in difficoltà. Anche lì, io non ho detto nulla. Ho sempre avuto un buon rapporto con la società, i tifosi, mister. Inzaghi ha chiamato prima Handanovic, giustamente perché era il capitano. Poi ha subito chiamato me: mio fratello Jordan me ne aveva parlato benissimo. Seguo sempre l’Inter, sempre, sempre, guardo tutto. Quando l’Inter ti tocca è diverso. Avevo capito che sarebbe andata bene l’Inter anche quest’anno: vincere lo Scudetto ha aiutato la squadra a fare lo step mentale.
Mio fratello ha avuto Inzaghi alla Lazio per 5 anni. Sapevo che tatticamente è top: ora l’Inter gioca di più. Segna di più, sono contento anche per Calhangolu. L’Inter ora gioca davvero bene, spero vivamente che vinca lo Scudetto. È grazie a loro che sono il Lukaku di oggi. L’Inter deve essere una squadra top, che merita il meglio. Spero che dopo la pausa, loro continuano a vincere le partite”.
LAUTARO – “Mi manca tantissimo in campo. Magari giocheremo insieme al Chelsea? No no, devo tornare io lì. Lautaro ha un gioco che per me era top. Ogni volta che ricevevo la palla, sapevo che lui sarebbe stato davanti alla porta. Abbiamo vinto insieme poi, questa è la cosa più importante. Lautaro, de Bruyne e Hazard i miei top compagni”.
CONTE – “Abbiamo parlato tantissimo insieme, non solo di calcio. Lui è uno che sa tanto della mia vita personale. Mi ha fatto male quando se ne è andato. Mi ricordo quando mi ha scritto per farmi sapere che avrebbe lasciato l’Inter”.
I COMPAGNI ALL’INTER – “Facevano di tutto per stimolarmi e provocarmi. Barella è il peggiore di tutti (ride, ndr). Eriksen? È stato un momento davvero difficile. Devo essere onesto: con i giocatori dell’Inter ho passato più tempo che con la famiglia. Per me sono come dei fratelli. Mi ha fatto davvero male quello che è successo ad Eriksen. Io voglio che lui riprenda una vita normale. Christian è un uomo d’oro. La partita più difficile è stata quella contro la Danimarca, dopo l’incidente di Eriksen”.
RITORNO IN ITALIA – “Non andrei mai alla Juventus e al Milan, mai. Mai. Sì è vero, la Juve ci ha provato. Ma il mio procuratore sapeva che io non volevo parlare con la Juve. In Italia c’è solo l’Inter per me. È chiaro che quando tornerò in Italia, o giocherò all’Inter oppure tornerò all’Anderlecht. Voglio chiedere scusa a tutti i tifosi: non doveva finire così. Speriamo di rivederci tra qualche anno“.