Lukaku: “Ho sempre sognato di giocare per l’Inter. Conte? Leader, mai vista una persona così. Lo scudetto…”
Il centravanti nerazzurro ha rilasciato la sua prima intervista in Italia ai microfoni del Corriere dello SportRomelu Lukaku, attaccante belga dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Si tratta della prima effettiva chiacchierata con un quotidiano italiano dal suo arrivo in Italia.
Un impatto importante con la maglia nerazzurra in questa prima parte di stagione: “Un buon inizio sì, finora è andato tutto bene ma voglio fare meglio, anche se i numeri sono buoni, so di poter fare di meglio. La mia più grande motivazione è quella di aiutare la squadra e i miei compagni a vincere segnando. Punto in alto ma non dimentico di lavorare, di spingere ogni giorno in allenamento”.
IL GOL PIU’ BELLO – “Quello al Brescia. Mi è piaciuto anche quello del raddoppio contro il Milan, ma quello con il Brescia mi ha ricordato altri gol simili che ho realizzato in Inghilterra e con il Belgio”.
L’ACQUISTO PIU’ COSTOSO DELLA STORIA DELL’INTER – “Se mi pesasse, lo vedreste dalle mie prestazioni. Ho giocato diversi anni in Inghilterra, allo United ho segnato tanti gol e anche lì sono stato pagato tanto. Il mio lavoro è questo: fare bene in campo”.
IL RAPPORTO CON I TIFOSI – “Non mi aspettavo di legare così rapidamente. Per me è importante guadagnare il rispetto delle persone ma anche dei miei compagni. Quando sono arrivato ho chiesto loro di parlare in italiano e dopo due settimane parlo la vostra lingua”.
L’INTER NEL DESTINO – “Ho sempre avuto il desiderio di giocare nell’Inter. Non appena ho saputo che il club nerazzurro mi voleva, ho preso la mia decisione e l’ho comunicata al mio agente. Ero un grande tifoso di Adriano e lo ero anche di Ronaldo. Credo di assomigliare al primo, anche lui era grande, grosso, veloce e mancino. Guardavo le sue partite con l’Inter e sognavo di essere come lui. Ricordo il gol che segnò contro l’Udinese, impressionante. Mi sono promesso che se avessi giocato in Italia, lo avrei fatto solo con l’Inter”.
IL FATTORE CONTE – “Mi ha chiamato solo verso la fine della trattativa, quando stavo per prendere l’aereo per Milano. Mi ha detto ‘Preparati a lavorare’ e io ho risposto ‘Nessun problema’. Sapevo che lui mi voleva perché abbiamo parlato a Singapore durante Manchester-Inter. Lui è uno che vuole vincere sempre, trasmette grandi motivazioni e prepara tutto alla perfezione. Mai vista una persona così in tutta la mia carriera, quando vado in campo con lui, sono pronto ad ogni situazione. Conte è un leader e noi giocatori lo seguiamo”.
LO SCUDETTO – “Dobbiamo pensare partita per partita, una alla volta. In tanti negli ultimi anni hanno detto di voler vincere ma non è mai successo. Ecco perché dico di pensare al Torino”.
AMBIZIONE – “Non voglio fare proclami o sbilanciarmi. Dico solo che all’Inter non esistono stagioni nelle quali costruisci e basta. All’Inter devi vincere. Pensiamo partita dopo partita ma la nostra ambizione rimane quella di vincere qualcosa. Ogni anno”.
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