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Lukaku, nostaglia o opportunismo? A Tuchel e al Chelsea non interessa

Il comportamento di Romelu Lukaku, sia che si voglia essere più “sentimentali” o più cinici, rimane comunque di difficile interpretazione, soprattutto per le tante contraddizioni del belga. Prima giura eterno amore all’Inter mentre pianifica già il proprio addio, poi dichiara la propria eterna passione al Chelsea. Poi, quando la ruota non gira come piacerebbe a lui, torna sui suoi passi chiedendo di tornare a Milano, ovviamente però senza addossarsi la responsabilità dell’addio ma scaricandola sulla società. Ottenendo però un autogoal mediatico clamoroso.

Thomas Tuchel e Romelu Lukaku (@Getty Images)

L’intervista infatti si rivela solo un goffo tentativo di mettersi in una luce migliore che però, anziché riabilitarlo, non solo ha peggiorato la sua posizione verso i tifosi dell’Inter, ma anche quella verso supporters e società inglese. Il Chelsea infatti non ha affatto digerito le parole dell’attaccante, specie quelle frecciate nemmeno troppo velate a Tuchel. E, anziché mettere il tecnico tedesco spalle al muro, sembra essere finito per rinsaldare ulteriormente la sua posizione di comando. Tuchel ha infatti deciso di non convocare Lukaku per la delicatissima partita contro il Liverpool ed ha ricevuto il pieno appoggio del club londinese a riguardo.

Lukaku, vittima forse di un ego alimentato dal rendimento in un campionato non più tremendamente probante come quello italiano, rischia così di farsi terra bruciata intorno. Gli scenari praticabili infatti sono pochi. L’Inter ormai vola senza di lui ed ha un equilibrio, soprattutto di spogliatoio, che la società difficilmente vorrà toccare. Reinserire un elemento dalla personalità come la sua, rischierebbe di intaccare quanto fatto fin qui, anche dal punto di vista tecnico. Lukaku infatti non è Dzeko e l’Inter dovrebbe cambiare nuovamente modo di giocare.

Tuchel (@Getty Images)

Senza poi contare il lato economico: i nerazzurri non hanno la potenza per riportare il belga a Milano, sia dal punto di vista del cartellino che dell’ingaggio. La sua “richiesta di aiuto” rischia quindi quasi certamente di cadere nel vuoto. Il Chelsea poi dal canto suo non vuole certo “buttare” un investimento di 115 milioni dopo pochi mesi per i capricci del numero 9. Perciò volente o nolente, Lukaku dovrà fare buon viso a cattivo gioco.

Questo a meno che un salvatore su un bianco destriero, magari l’altro “fuggiasco” dalla barca Inter, Antonio Conte, non giunga a soccorrerlo. Il Tottenham ha grande disponibilità economica, ma Abramovich che interesse avrebbe a crearsi una nuova rivale interna in Premier League? L’unica strada percorribile per Lukaku è quella di rimboccarsi le maniche e lavorare. Oltremanica non sarà mai il calciatore che è stato a Milano, soprattutto per il divario tra i due campionati. Dovrà però farsene una ragione ed adattarsi al gioco di Tuchel.

Ora non è più la stella, la prima donna, l’eroe: è solo uno dei tanti, un sacrificabile. E se per farlo tornare in sé dovrà fare panchina o tribuna, il Chelsea non ha paura a dargli ciò che si merita. Caro Romelu grazie mille, ma hai voluto tu lasciare il porto sicuro. Adesso è ora che remi per conto tuo.

Pietro Magnani

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