L’ultima fiammata del Drago: 103 con la Serbia, e poi l’addio
Trecentoventisei presenze, 42 gol in totale; cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Champions League e un Mondiale per Club. Questo il palmarès di Dejan Stankovic in nove anni e mezzo in nerazzurro. Una carriera costellata di vittorie, quella di Deki, che dal 2004 ha legato indissolubilmente il suo nome a quello dell’Inter. Una passione vera per i colori della sua squadra, culminata il 25 agosto di quest’anno in scroscianti applausi, che hanno permesso al pubblico di San Siro di salutare degnamente uno degli eroi del Triplete, nel momento dell’addio alla Beneamata. E dopo il Meazza, ecco arrivato per il Drago anche il momento di lasciare la Nazionale. Lo farà venerdì, abbattendo il record da lui stesso detenuto di presenze, arrivando alla numero centotre, durante l’amichevole in programma tra la Serbia ed il Giappone di Zaccheroni. “Da quando ho capito che il momento si avvicina, ho lo stomaco che brontola. Non vedo l’ora, ho parlato con molte persone, e mi hanno promesso un bellissimo pomeriggio, ricco di fantastiche sorprese. Sto contando i secondi”, ha rivelato Deki, come riportano da spaziointer.it, ad alcuni giornalisti serbi.
Dopodomani, dunque, l’ex numero 5 interista si ritroverà davanti colui che, appena arrivato all’Inter, aveva fatto richiesta proprio di quello stesso numero che il Drago indossava da tempo, finendo per scegliere il numero 55: Yuto Nagatomo. “Mi è stato chiesto espressamente di evitare di fargli del male, nei minuti in cui giocherò. Sarà questione di un quarto d’ora al massimo, poi uscirò e potranno darsele come meglio credono!“, ride Stankovic, convinto, per restare in tema italiano, anche della permanenza di Sinisa Mihajlovic, vecchia conoscenza del calcio nostrano, sulla panchina della Serbia nonostante la mancata qualificazione ai Mondiali di quest’anno. “Magari se avessi giocato tutto il girone qualcosa sarebbe andato diversamente, ma non mi lamento. Sono felice di ciò che ho vinto in carriera e non cambierei niente“.
“Il momento più bello? Il debutto, anche se ricordo tante partite con piacere, come quelle contro Romania,Croazia e Bosnia. Ci sono stati anche momenti meno piacevoli, certo, come le gare contro Azerbaigian, Armenia ed Argentina in Coppa del Mondo nel 2006…”
L’ultimo commento lo lascia al rapporto con Milosevic, con il quale, fino a venerdì, detiene il primato per le presenze in Nazionale. “Ci sarà anche lui venerdì, prima della partita. Certo, il record è bello, ma quello che conta è sapere d avere giocato con il cuore”