10 Ottobre 2018

L’ultimo erede di Facchetti dice addio: Burdisso lascia, vestì la maglia numero 3 fino al 2006

L'argentino è stato l'ultimo erede di Giacinto Facchetti. Dal 2006 nessuno ha mai più avuto sulle spalle il numero dello storico terzino

Nicolas Burdisso

“Sono passati 19 anni dal giorno del mio esordio e penso che sia giunto il momento di lasciare”: sono le parole dell’ex difensore centrale di Inter, Roma, Genoa e Torino Nicolas Burdisso che, attraverso il proprio profilo Instagram, ha voluto annunciare al mondo di aver preso la decisione di abbandonare l’attività di calciatore.

UN SOGNO – Tanti sacrifici ma anche tante soddisfazioni per l’argentino: “Grazie a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo percorso, a Dio e alla mia famiglia, ai compagni e le squadre, agli allenatori e soprattutto ai tifosi. Il calcio è il mio strumento per essere felice e migliorare ogni giorno come persona e continuerà ad esserlo. Sono orgoglioso e soddisfatto, ho fatto quello che sognavo da bambino”.

SUL TETTO DEL MONDO E LA RIMONTA MANCATA – Dopo l’inizio con la maglia del Boca Juniors, condito con la conquista di 2 campionati 3 coppe Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali, Burdisso arrivò all’Inter nel 2004. Con la squadra meneghina ha conquistato 2 Coppe Italia, 3 Supercoppe e ben 4 Scudetti. Passato alla Roma nel 2009, inoltre, fu a un passo dallo scucire proprio all’Inter lo scudetto del 2010, dopo una fenomenale rimonta di ben 14 punti sulla squadra del triplete. In seguito Burdisso ha indossato anche le casacche di Genoa e Torino.

IL MOMENTO BUIO E L’OVAZIONE DI SAN SIRO – Uno dei momenti più oscuri della carriera del calciatore riguarda un aspetto extracalcistico: nel 2004, infatti, si scoprì che sua figlia era malata di leucemia; il difensore tornò in Argentina per le cure e la lotta fu vinta. Il calcio, così come più volte ricordato dallo stesso Burdisso, fu un appiglio importante in questo momento difficile: “Il calcio è stato d’aiuto e io ho avuto la fortuna di trovare l’Inter che mi ha aiutato tanto, con Moratti e Mancini che mi han dato questa possibilità. Per 6 mesi sono andato in Argentina a fare queste cure”. Una storia che colpì molto anche il pubblico di San Siro che omaggiò il calciatore con un’ovazione nel giorno del suo ritorno.

L’ULTIMO NUMERO 3 – Una curiosità interessante riguarda proprio il periodo nerazzurro: il difensore, infatti, avendo vestito la maglia numero 3 fino all’estate del 2006, è stato di fatto l’ultimo vero erede di Giacinto Facchetti. Dopo la dipartita dello storico terzino azzurro, all’epoca presidente dell’Inter, nessuno ha più avuto l’onore di poter portare quel numero sulle spalle.

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