Malagò: “Questa emergenza ci cambierà. Lo sport? Alla fine andrà aiutato”
Il presidente del Coni racconta i dettagli legati all'allarme Coronavirus che ha colpito l'ItaliaIn un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha parlato a lungo dei rischi legati all’emergenza Coronavirus e alla scelta assunta dal mondo del calcio di fermare tutti i campionati fino al 3 aprile. A rischio Europei ed Olimpiadi, ma il numero uno del Coni appare fiducioso.
EMERGENZA – “Abituarsi a questa assenza è un problema per tanti. Ma questo è marginale, ed è persino riduttiva questa parola rispetto a quello che stiamo vivendo. Proviamo quasi vergogna a occuparci di tutto questo. Ora ci sono altre emergenze, altri problemi, altre situazioni, e ci sono da rispettare tutte le indicazioni che possono aiutare a fermare il virus. Poi, certo, possiamo aiutare la gente a vivere meglio in questo periodo. Penso per esempio a una campagna che possa invitare la gente a fare attività fisica nelle proprie case”
ALLARME CALCIO – “Sì, ma io non voglio partire dal calcio di Serie A. Io posso raccontarvi quello che è successo domenica quando ho scaricato tre batterie del cellulare per rispondere a tutte le telefonate dei presidenti federali degli sport di squadre. Che facciamo? Ci fermiamo? Ci sono stati sport, vedi pallavolo, che a livello femminile si sono fermati e a livello maschile hanno giocato. O altri che a seconda della categoria, hanno fatto scelte diverse. Ho detto “signori, non è possibile”. Bisogna fare una sola scelta. E farla insieme”
SCELTA DI FERMARSI – “Ma non è stata una scelta calata dall’alto. E non era una scelta fatta solo per il calcio. Dopo il Decreto di Conte sono arrivate le ordinanze delle regioni. Per tutto questo abbiamo chiesto al governo un’indicazione univoca. E poi ci voleva una manleva, qualcosa che avallasse la scelta sportiva. Cosa che è arrivata con il decreto. Hanno convenuto con questa esigenza. E si sono dimostrati sensibili anche rispetto alla necessità di rispettare gli impegni internazionali delle nostre squadre”
LO SPORT CAMBIERA’? – “Certo che lo farà. Questa cosa provocherà nella coscienza delle persone una convinzione: ci sono cose più importanti del calcio”
LA SERIE A RISCHIA DI NON FINIRE – “Si deve procedere per gradi. In questo momento non si possono dare delle risposte, sicuri di quello che accadrà fra qualche settimana”
EUROPEO ED OLIMPIADI – “Sull’Europeo non intervengo nelle decisioni che spettano alle federazioni internazionali né a quelle di un singolo sport. Posso solo dire che credo si stia cercando di prendere del tempo. E anch’io faccio il tifo perché le cose possano cambiare in meglio. Olimpiadi? Non sono la cosa più importante, ma si tratta di un evento simbolicamente molto significativo. Sarebbe bello se fossero un vero spartiacque, se dimostrassero che il mondo può ripartire. Il Cio lavora per questo”
SPORT ITALIANO IN GINOCCHIO – “Ci sono centomila società sportive in Italia, centomila società, che hanno dei costi fissi, la segreteria, l ’affitto dell’impianto… Se non teniamo in vita tutto questo, quando potremo ripartire lo sport italiano sarà spacciato. Ma il governo percepisce l’importanza del nostro comparto”