A poche ore dalla partita più importante della stagione, il Manchester City è sceso in campo in un’altra battaglia. Il club inglese, come riporta il The Times, ha presento ricorso contro le 115 accuse della Premier League per presunte violazioni delle norme economico-finanziarie. Viene contestata la legalità dell’indagine: il City sostiene che i cambiamenti delle regole in Premier League non dovrebbero essere applicati alle indagini per presunte violazioni precedenti.
Non solo questo: nel ricorso viene contestato anche Murray Rosen KC. Il capo della giuria indipendente della Premier League, la persona che nomina il presidente della commissione disciplinare. Sul sito web della camera di Rosen, andando sul profilo, si legge che è socio dell’Arsenal.
Tutto ciò non fa altro che allungare la tempistica del caso. Si legge potrebbero passare dai 2 ai 4 anni prima che venga completato. Nello specifico non si sa a quali regole si riferiscano i Citizens, le modifiche negli ultimi anni sono state diverse. Il club è stato però accusato per 115 volte. Tra queste violazioni ci sono nove stagioni con rendiconti finanziari imprecisi: dal 2009 al 2018. Assenza di collaborazione all’indagine, oltre che la mancata consegna dei documenti richiesti per cinque stagioni. Mancano poi le forniture dei dettagli competi delle remunerazioni dei giocatori per sei stagioni, oltre a quella di Roberto Mancini nelle 4 stagioni in Inghilterra.
Queste sono solo alcune delle accuse che, se saranno dimostrate, porteranno il Manchester City a una serie di sanzioni. Scenario già visto in Italia, con una penalizzazione in termini di punti. Non è da escludere però il caso estremo di un’esclusione dalla Premier League.
Lo scenario di mercato
La spiegazione
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