Mancini: “Sconfitta? Ci aspettavano al varco, ma avrei firmato per essere lì, lo scudetto…”
“Ci sono partite che nascono male e non puoi farci nulla. Dopo meno di venti minuti eravamo sotto di due gol avendo preso un solo tiro… E quando è stato espulso Miranda, la partita è finita lì. Una gara che non puoi analizzare sotto l’aspetto tattico: è andata così e basta” l’allenatore nerazzurro ritorna al match […]“Ci sono partite che nascono male e non puoi farci nulla. Dopo meno di venti minuti eravamo sotto di due gol avendo preso un solo tiro… E quando è stato espulso Miranda, la partita è finita lì. Una gara che non puoi analizzare sotto l’aspetto tattico: è andata così e basta” l’allenatore nerazzurro ritorna al match perso contro la Fiorentina e, ai microfoni de Il Messaggero, parla anche della classifica di serie A, di una storica rivale e della lotta per lo scudetto.
Di seguito la lunga intervista al tecnico jesino:
MODULO – “In Italia sono tutti allenatori, del resto… Ma a volte nessuno si accorge se e quando uno cambia modulo… Contro il Verona, ad esempio, nel secondo tempo avevamo giocato con lo stesso sistema, e tutto era andato molto bene. Con Perisic esterno destro, cioè nel suo ruolo naturale. Ma contro la Fiorentina tutto quello che avevamo preparato è diventato inutile dopo meno di venti minuti”.
ELOGI – “Troppi elogi? Troppo pochi… Nonostante i cinque successi, tutti meritati e senza mai subire in difesa, continuavano ad accusarci di saper vincere solo per uno a zero… Forse qualcuno non aspettava altro che una nostra sconfitta per dire: visto che avevo ragione io? Da una parte sono contento di aver reso felice qualcuno, anche se per un solo giorno. Sia chiaro, comunque, che avrei firmato per essere primo dopo sei giornate…”.
CAMPIONATO – “Un bel campionato, visto che il livello medio si sta alzando. Questo perché anche le squadre meno dotate tecnicamente se la giocano, non fanno difesa e basta”.
JUVENTUS – “Non pensavo una Juve così in difficoltà, anche se pensavo che avendo perso tre giocatori del calibro di Pirlo, Vidal e Tevez avrebbe subito un contraccolpo negativo”.
KONDOGBIA – “È al primo anno in Italia. E Pogba al primo anno di Juve non era bravo come oggi. Ma Kondogbia ha le potenzialità per diventare un grande calciatore“.
POGBA – “Per un centrocampista che in campo ha mille compiti non è facile diventare un giocatore determinante: molto più semplice per un attaccante, magari aiutato dal gol. E nessuno deve dimenticare che Pogba è ancora giovanissimo. Se lo voglio all’Inter? Non ci sono soldi per prenderlo. Lo chiesi al City quando era svincolato, non so perché non se ne fece nulla“.
SCUDETTO – “Roma, Napoli e la Juve, se si riprenderà in fretta, sono le squadre più attrezzate per vincere lo scudetto. Il nostro obiettivo è la Champions ma siccome siamo l’Inter non ci precludiamo niente”.
TURNOVER – “In una squadra che ha venti giocatori di valore, il turnover è necessario. Soprattutto per una questione fisica, perché i giocatori devono poter recuperare, e poi perché è importante avere sempre tutti sulla corsa e in buona condizione. Ma sul turnover in Italia ci sono strane posizioni. Se un allenatore non cambia e vince, è bravo. Se cambia e vince, è ancora più bravo. Se cambia e non vince è scarso, se non cambia e non vince è un somaro: possibile? Una grande squadra si costruisce con giocatori universali e forti sia tecnicamente che fisicamente, ma se mi avessero preso Iniesta l’avrei accolto volentieri”.
NAZIONALE – “Mi piacerebbe e se potessi scegliere guiderei l’Italia. Conte? Lo capisco anche se quando era alla Juve probabilmente la pensava in maniera opposta di quanto dica adesso. Ma si gioca talmente tanto che è giusto che i giocatori riposino”.