Un anno di Mancio: dal goal di Obi nel derby alla vetta della classifica
Emozionante, intenso, faticoso. Queste le tre parole con le quali Roberto Mancini descrive questo primo anno di ritorno in nerazzurro. Da quel 14 novembre 2014 in cui lo jesino è subentrato a Walter Mazzarri ne sono cambiate di cose e, bisogna ammetterlo, tutte in positivo. La Gazzetta Dello Sport ripercorre i 365 giorni nerazzurri dell’ex tecnico di […]Emozionante, intenso, faticoso. Queste le tre parole con le quali Roberto Mancini descrive questo primo anno di ritorno in nerazzurro. Da quel 14 novembre 2014 in cui lo jesino è subentrato a Walter Mazzarri ne sono cambiate di cose e, bisogna ammetterlo, tutte in positivo. La Gazzetta Dello Sport ripercorre i 365 giorni nerazzurri dell’ex tecnico di Manchester City e Galatasaray.
I PRIMI MESI – Per chi ancora se lo chiedesse, ecco come il Mancio ha accettato di tornare all’Inter:”Come mi ha convinto Thohir? Mi ha detto subito che non c’è una lira. Io non gli ho creduto e gli ho detto sì”. Una prima senza infamia e senza lode, con un pareggio nel Derby, poi arrivano i primi acquisti dell’era Mancini 2.0: Shaqiri, Podolski, Santon, Brozovic, tra i quali sono “sopravvissuti” soltanto gli ultimi due. Tra le partite da ricordare, spicca quel 3-3 sul campo del Celtic Glasgow in Europa League, una delle poche partite in cui Xherdan ha mostrato davvero la propria classe e che lo stesso Mancini ha messo nella lista dei suoi migliori match in nerazzurro, “perché avevamo voglia di dare ‘cazzotti’ a tutti”.
LA RINASCITA DOPO PASQUA – Tuttavia ci sono anche partite da dimenticare nella prima parte del Mancio 2.0: quell’1-2 prima della sosta natalizia contro l’Udinese, poi il brutto pareggio casalingo col Parma destinato a retrocedere. Sconfitta, quest’ultima, che porterà Mancini a optare per una punizione esemplare (allenamento all’alba nel giorno di Pasqua, ndr), oltre che alle fatidiche parole di fine campionato: “Quanti giocatori servirebbero per ripartire? Nove, dieci…”. Tutti credevano fosse un’esagerazione, tranne lui.
BRUTTI E VINCENTI – E rivoluzione fu. Con gli acquisti estivi, si formano i 3/4 della formazione titolare dell’Inter di oggi. Il resto è storia recente: 1-0 e 0-1 che valgono 3 punti così come i 5-0 delle squadra rivali; Medel il “brutto e vincente” per eccellenza che segna nella notte di Halloween; Miranda e Murillo che non fanno passare una mosca; Icardi che fatica a trovare il ritmo della passata stagione e il primo posto in classifica.
365 di questi giorni, Roberto!