FOCUS – Il marchio Mancini: i risultati attraverso il gioco
Mancini Inter: il marchio di fabbrica del tecnico
Tutto e subito, un pensiero costante, una logica che muove la nostra società e da cui non è risparmiato il nostro calcio. L’allenatore viene esonerato perché non raggiunge in fretta i risultati, il mister subentrato viene criticato perché fa meglio o peggio del suo predecessore, conta solo il punteggio e la classifica del lunedì. Se la mettiamo così Roberto Mancini sta andando peggio di Walter Mazzarri e ogni discorso si può chiudere con un banale “non è cambiato nulla” o un “si stava meglio quando si stava peggio”, poi per fortuna, però, ci sono gli occhi per guardare e il cervello da mettere in moto per valutare tutto ciò che c’è intorno.
Dopo tre vittorie consecutive l’Inter è caduta, ancora una volta in casa, ancora una volta non meritando, ma i punti conquistati sono zero ed è ripartito il teatrino delle vedove mazzarriane e delle vedove di chiunque passi in nerazzurro. L’Inter perdeva con Mazzarri e perde con Mancini, anzi col secondo addirittura di più, ma alzi la mano chi è in grado di spiegare il gioco dei nerazzurri sotto la guida del tecnico toscano.
Tra le tante critiche per i risultati che non arrivano un dato sembra quasi unanime: l’Inter gioca la partita, dal primo all’ultimo minuto, cerca di imporsi, crea tante occasioni e ne concretizza poche, pecca in continuità ma prova a divertire ed il tifoso nerazzurro nonostante la mesta classifica guarda le partite con maggiore voglia.
Roberto Mancini sta costruendo un’identità di gioco, sta alternando gli interpreti nel tentativo di trovare la quadratura del cerchio. Tiene tutti sotto pressione e non butta giù nessuno dalla torre, tutti responsabilizzati e protagonisti del progetto. Ha impresso il suo marchio negli schemi offensivi nerazzurri ma latita ancora dal punto di vista difensivo e negli equilibri.
L’Inter prova a giocare in velocità, di prima o al massimo a due tocchi, rischia, si espone al contropiede degli avversari, sembra una squadra spaccata in due ma è finalmente una squadra, ognuno con un ruolo ben preciso nel campo. C’è chi poi interpreta quel ruolo al meglio e chi ha difficoltà più o meno consistenti a farlo ma questo riguarda anche le singole qualità di ciascun giocatore su cui Mancini può agire solo in parte.
L’Inter perde, è lontana dall’Europa, è stata eliminata in Coppa Italia e deve giocarsi la qualificazione in Europa League contro una squadra ostica come il Wolfsburg. I risultati negativi e le correlate vedove la danno per spacciata e l’aspettano al varco alla prossima sconfitta o all’eliminazione in Coppa, ma il Mancio va dritto per la sua strada.
I risultati attraverso il gioco, un marchio di fabbrica, rischioso ma suo, prendere o lasciare.