FOCUS – Allegri, Garcia, Sarri, Mihajlovic: zero alibi. E Mancini…
L'ottima campagna acquisti condotta quest'estate dall'Inter ha spinto molti addetti ai lavori a considerare la squadra allenata da Roberto Mancini come una delle favorite per vincere il campionato. Le pressioni sull'allenatore nerazzurro sono molte, ma gli "zero alibi" spesso accostati al Mancio, valgono anche per gli altri allenatori?Come accade al termine di ogni sessione di calciomercato, allo scoccare dell’ultimo secondo utile per effettuare acquisti e cessioni, cominciano ad arrivare in rapida successione le pagelle sull’operato delle varie società, editoriali, approfondimenti e chi più ne ha più ne metta.
Questa volta tutti gli organi di stampa e gli addetti ai lavori hanno concordato nel collocare l’Inter tra le regine di questo mercato estivo.
Quel che però è subito balzato all’occhio di ogni osservatore attento è l’incredibile pressione che da più parti, in modo assolutamente incontrollato, si sta cercando di mettere sulla società nerazzurra ed in particolare su Roberto Mancini.
Nel giro di poche settimane l’Inter è passata dall’essere la squadra più deludente del pre-campionato, quella che poteva già rassegnarsi a vivere l’ennesima stagione fallimentare, all’essere la squadra da battere, quella obbligata a vincere lo scudetto. ” Vincere”, questo è quello che si chiede all’Inter, glielo si chiede in considerazione dei grandi investimenti fatti e soprattutto perché Mancini è stato accontentato in ogni sua richiesta.
Peccato che molti dimentichino come la sessione di mercato interista si sia chiusa con il bilancio in attivo. Le dolorose cessioni di Kovacic, Shaqiri ed Hernanes paiono non dover essere prese in considerazione, non contano, quel che conta è che Mancini è stato accontentato, e per questo deve (e sottolineo “deve”) vincere e non ha nessun alibi.
Chi scrive non mette di certo in dubbio il fatto che l’Inter abbia realizzato un grande mercato e che i desideri di Mancini siano stati quasi del tutto esauditi. Quel che però va fatto notare è il diverso trattamento che viene riservato alle altre big del campionato.
Partiamo dalla Juventus: per quale arcano motivo i campioni d’Italia, la corazzata bianconera guidata da Massimiliano Allegri, finalista della scorsa edizione della Champions League, dovrebbe avere degli alibi?
Si potrebbero far notare le cessioni di Pirlo, Vidal e Tevez, ma questi calciatori sono stati degnamente sostituiti, almeno ascoltando il parere della dirigenza bianconera. Si deve inoltre tener presente un dato importante: la Vecchia Signora ha concluso il mercato con un passivo di oltre 50 milioni. Considerarsi indeboliti dopo un mercato del genere dovrebbe far riflettere, o no?
Passiamo alla Roma: per quale motivo la squadra che partiva da una posizione di vantaggio rispetto alle altre (lo scorso anno è arrivata seconda) e si è notevolmente rinforzata rispetto al passato, dovrebbe avere degli alibi?
Perché a Garcia che potrà contare su calciatori del calibro di Salah e Dzeko, oltre a tutti i campioni che nella nella Capitale sono rimasti, dovrebbero poter essere concessi degli alibi?
Le cessioni di Romagnoli e di Bertolacci non possono avere un peso specifico rilevante sul piano tecnico; i due calciatori sopracitati infatti, non erano nella rosa romanista nella scorsa stagione e dunque la squadra non può considerarsi indebolita.
Soffermandoci sul Napoli viene da chiedersi perché un allenatore che può contare sulla rosa dello scorso anno, rinforzata dagli acquisti di Reina, Chiriches, Hysaj, Valdifiori e Allan dovrebbe avere degli alibi?
La società ha infatti trattenuto tutti i migliori calciatori in rosa ed ha addirittura accontentato Sarri portando a Napoli due fedelissimi che lo hanno accompagnato nella sua avventura ad Empoli.
A meno che non si creda che il mancato acquisto di Saponara possa pregiudicare i sogni di gloria della squadra partenopea, Sarri deve necessariamente centrare la qualificazione alla prossima Champions League.
Ed ora, dulcis in fundo, passiamo al caso più esilarante dell’intera estate di calciomercato: il Milan. I rossoneri hanno chiuso la campagna acquisti con un passivo di oltre 80 milioni (sì, avete letto bene, 80 milioni), ma le due magiche parole “niente alibi” accostate al tecnico serbo non abbiamo ancora avuto la fortuna di leggerle, forse ci saranno sfuggite.
Mihajlovic ha chiesto ed ottenuto due calciatori da lui ritenuti fondamentali, ossia Bertolacci e Romagnoli. Per accontentare il suo tecnico il Milan ha investito la bellezza di 50 milioni di euro, senza contare gli acquisti di Bacca, Luiz Adriano e Balotelli. Dunque sostenere che un allenatore che ha fatto spendere alla propria società ben 80 milioni abbia degli alibi è quantomeno grottesco e surreale. Certo il Milan non ha acquistato Soriano, altro pupillo di Mihajlovic, ma l’ex vice di Mancini può farsene una ragione.
Tirando le somme quindi, gli alibi sulla carta non li ha nessuno, non li ha Mancini e di certo non li ha nessuno dei suoi colleghi.
Mettere pressione sul Mancio è diventato uno “sport” molto praticato ultimamente, ma la realtà è un’altra: l’Inter ha il dovere di arrivare tra le prime tre, ma è un dovere che condivide anche con Napoli e Milan, mentre la Juventus e soprattutto la Roma hanno il dovere di vincere lo scudetto. Chi non centrerà questi obiettivi avrà fallito e sarà importante riconoscerlo, partendo però da un presupposto chiaro: questo metro di giudizio deve valere per tutti, nessuno escluso.