Inter camaleontica: Mancini studia un nuovo cambiamento in vista della Juventus
Si fa sul serio in casa Inter, nonostante i 7 giocatori impegnati con le rispettive Nazionali. All’orizzonte, però, c’è l’impegno con la Juventus e Roberto Mancini non vuole lasciare nulla al caso preparando la sfida nei minimi dettagli. Stando a quanto riferito da Bruno Longhi a SportMediaset, il tecnico nerazzurro potrebbe effettuare alcuni cambiamenti all’assetto tattico […]Si fa sul serio in casa Inter, nonostante i 7 giocatori impegnati con le rispettive Nazionali. All’orizzonte, però, c’è l’impegno con la Juventus e Roberto Mancini non vuole lasciare nulla al caso preparando la sfida nei minimi dettagli. Stando a quanto riferito da Bruno Longhi a SportMediaset, il tecnico nerazzurro potrebbe effettuare alcuni cambiamenti all’assetto tattico per trarre il meglio dalla sua squadra:
“L’Inter che vola nelle prime cinque gare, l’Inter che si ferma nelle ultime due in cui raccoglie un solo pareggio, ma quale deve essere la vera Inter per poter sognare in grande? Le prime giornate ci avevano fatto vedere una squadra solida, compatta, macchinosa quasi invulnerabile ma capace di vincere principalmente grazie ai colpi dei singoli, in primis Jovetic. Poi la gara con la Fiorentina ne aveva mostrato il lato b, la faccia brutta di una squadra mai in grado di entrare in partita. A Marassi eccone un’altra versione, più sfrontata, più autoritaria ma anche più vulnerabile. Insomma non una sola Inter, ma tante Inter da cui Mancini deve cercare di tirare fuori il meglio ripartendo, possibilmente, da un 4-2-3-1 in cui Kondogbia, affiancato a Melo, potrebbe ritornare a fare a centrocampo ciò che faceva egregiamente al Monaco con Toulalan. E in cui Perišić, come si è visto nella parte finale della gara di Genova, verrebbe collocato in quella che è la sua posizione naturale, quella di esterno, che ne esalta le capacità tecniche ed atletiche. Sull’altra corsia Mancini avrebbe l’imbarazzo della scelta tra Biabiany, Ljajic e Palacio, mentre Jovetic, finora l’unico giocatore in grado di fare la differenza creando superiorità numerica in virtù di un’invidiabile eccellenza tecnica, giostrerebbe alle spalle di Icardi. Questo modulo, non dissimile da quello del City di Mancini, avrebbe il vantaggio di esaltare le caratteristiche dei giocatori e lo svantaggio di essere a trazione decisamente anteriore. Questo è il rischio che Mancini deve correre se vuole trasformare un diesel affidabile in un bolide da Formula 1”.