Marianella: “Mourinho uno del Gotha, ha rivoluzionato il calcio. Un giocatore del Chelsea mi raccontò…”
Il noto giornalista ha parlato dello Special One in occasione del 'Mourinho Day'Ospite negli studi di Sky Sport 24 insieme al collega Paolo Condò, Massimo Marianella ha voluto ricordare a suo modo, con aneddoti ed opinioni personali, uno degli allenatori più grandi della storia del calcio: José Mourinho. In occasione del ‘Mourinho Day’ proposto da Sky, ecco le parole del giornalista.
Uno dei migliori – “È uno dei più grandi, sia per quello che ha vinto che per come lo ha fatto, per l’impatto. I giocatori poi sanno che è stato rivoluzionario anche per come gestiva gli allenamenti, mai noiosi e sempre blindati. Sedute da 90 minuti alle quali era difficilissimo accedere. Ha vinto 25 trofei, ed è uno dei 4 allenatori nella storia ad aver vinto 4 campionati in 4 stati diversi”.
Paragone con Herrera – “Il paragone Mourinho-Herrera ci sta, perché hanno reso forte l’Inter in due epoche diverse ed in una maniera roboante. Sono stati due comunicatori molto forti, in modo diverso ma con esiti simili. Senza dimenticare anche il lato tecnico-tattico, con pensate rivoluzionarie avute da entrambi”.
Aneddoto – “Un calciatore del Chelsea mi disse: ‘Mourinho è come il latte: ha una data di scadenza. Il primo anno ti butti nel fuoco per lui, il secondo inizi a guardarti intorno, mentre il terzo spesso è un ‘o noi, o lui””.
Duello con Guardiola – “Quel duello che oggi è Klopp-Guardiola per tanti anni è stato meravigliosamente Mourinho-Guardiola. Difficile dire chi sia più bravo, sono stati entrambi meravigliosi in modi diversi. Mou ha vinto 25 titoli, Guardiola 29. Pep era quello bello e bravo, mentre Mou quello brutto e cattivo. In realtà poi la mia esperienza personale mi ha portato, negli anni, a pensarla in maniera diversa. Poi hanno vinto in maniera diversa, con stili di calcio differenti”.
Personalità – “Mourinho ha avuto un momento nel quale ha cambiato un po’ la sua personalità: da quel gesto delle manette in poi ha perso un pochino di quella forte ironia che l’aveva contraddistinto, portandolo ad attraversare una fase dura dal punto di vista interiore, come quella vissuta al Real Madrid, nel quale aveva perso questa ironia attraverso gesti e dichiarazioni troppo forti”.
Allenamento al parco – “Sarò un inguaribile romantico, ma io nella voglia di allenare i suoi ragazzi nel parco ci vedo una grande umiltà. Mi è piaciuto moltissimo”.
Tornare in Italia – “No, mai! Non dovrebbe farlo perché è stato un amore meraviglioso, e tornando non potrebbe mai fare meglio. Su altre panchine, poi, non lo vedrei proprio. Ha dipinto lui un quadro talmente bello con l’Inter che sarebbe difficilmente replicabile”.
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