Marino: “Gagliardini? Solida promessa, ma è sbagliato valutarlo come un top player”
L'ex direttore sportivo dell'Atalanta ha parlato del valore di mercato attribuito ai giovani giocatori italiani, considerandolo un esempio di mercato drogatoL’ex direttore sportivo dell’Atalanta, Pierpaolo Marino, intervistato da Il Messaggero, ha parlato delle attuali trattative di mercato che coinvolgono i giovani giocatori italiani. Secondo Marino, il mercato è attualmente “drogato” in quanto le spese sostenute per certi giocatori non sono congrue rispetto al loro reale valore.
ITALIANI IN ASCESA – “Concorrono fattori favorevoli: la rivalutazione dei regolamenti sulla composizione delle rose, i meriti di Ventura che ha convocato molti baby e il lavoro svolto dall’Atalanta e da Bianchessi al Milan nella cura del settore giovanile. Il club bergamasco ha ripreso ad investire con il ritorno di Percassi, dal 2010. Il talent scout Mino Favini ha fatto un lavoro eccezionale. Basti pensare che la società bergamasca investe il 10% del fatturato nel settore giovanile: fatte le proporzioni, è il club che spende di più in Italia“.
GAGLIARDINI – “Ora, gli italiani vanno di moda, ma c’è anche un eccesso nella valutazione, perché questi investimenti andranno poi analizzati nel tempo. Condivido ampiamente la linea baby, visto che per me comprare un giovane significa non sbagliare mai. Ma prenderli con una valutazione già da top player è particolare. Sono quotazioni di un mercato drogato, vedi per esempio Witsel. Ci sono delle proprietà straniere che investono tanto e che vogliono dimostrare le loro potenzialità. Se paghi un giovane come un top player non è per niente naturale. Le cifre si sono triplicate, si tratta di una situazione destinata a non durare troppo nel tempo“.
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