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Marotta: “Ambizioni Inter? Istanbul insegna. Primi 4? No, vincere!”

Ospite al Castello Sforzesco di Milano per la presentazione dell’ultimo libro di Beppe Severgnini, Beppe Marotta ha parlato a ruota libera di diversi temi riguardanti il mondo Inter, delle ambizioni sul campo, con tanti traguardi ancora da raggiungere, alle questioni di mercato.

Queste le sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb:

AMBIZIONI – “Dobbiamo ancora toglierci degli sfizi: Istanbul insegna… Quando sento dei dirigenti dire ‘Lottiamo per arrivare nei primi 4’, dico “No! Lottiamo per vincere”, poi puoi anche non vincere, ma devi lottare per farlo”.

NUOVO STADIO – “Il sindaco sta lavorando bene, sono molto fiducioso, ci stiamo avvicinando a un epilogo velocemente”.

BARELLA – “Quando esce la designazione arbitrale studiamo anche l’arbitro che ci viene assegnato e che tipo di rapporto tenere con lui. Barella in passato ha peccato nell’atteggiamento verso i direttori di gara, oggi è migliorato molto perché non si studia solo l’avversario ma anche l’arbitro”.

SCARONI – “Cerco sempre di non esser istintivo e razionalizzare, per questo l’altra volta ho messo la cravatta con 2 stelle. Per dire: a Milano c’è una squadra sola che ha una stella”.

GRUPPO – “Questo gruppo ha dentro molto forte il senso dell’appartenenza. Che poi molto spesso il problema dell’attaccamento alla maglia si deve agli agenti o alle società che li gestiscono”.

OAKTREE – “Il calcio è l’unico settore dove il muratore può diventare architetto il giorno dopo. Spesso succede che cambia la proprietà e visto che di calcio si parla da tutte le parti, arriva una nuova proprietà che ti dice: ‘Di calcio ne capiamo quanto voi’. E’ l’unico settore industriale dove può accadere, negli altri ci deve essere una specificità particolare. Devo ringraziare Zhang e Oaktree che mi hanno dato la possibilità di scegliere i collaboratori, come Ausilio e Baccin”.

SVINCOLATI – “Sul fatto che noi siamo tacciati di prendere tanti giocatori svincolati: il giocatore svincolato va assolutamente corteggiato quando è possibilie farlo. Quindi da oggi. Come abbiamo fatto a capire cosa aveva da dare Mkhitaryan? Nel calcio ci sono i talenti ed i campioni. I talenti si devono affermare come campioni, poi i campioni già affermati. Tu tramite le conoscenze dirette o indirette li puoi considerare tali. Mkhitaryan per quello che dimostrava in campo e che poi abbiamo potuto verificare essere la sua vita privata, lo era. La vita privata ha un ruolo importante, lui è meticoloso, anche nella nutrizione, va avanti a brodini”.

Enrico Traini

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