Marotta alza la voce: “Mai rischiato il fallimento”
Le parole del presidente dell'Inter

Intervenuto nel tradizionale evento organizzato da Il Foglio a San Siro, il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha toccato diversi temi. Dal concetto di sostenibilità indispensabile per il mercato in entrata, alla stagione incredibile che sta vedendo protagonista la squadra di Simone Inzaghi su più fronti. E a chi dice che l’Inter è stata vicino al fallimento, il presidente nerazzurro ha replicato con una risposta esemplare. Queste le sue parole riprese da Calciomercato.com:
NUOVO RUOLO – “Cosa cambia essere presidente e non ad? Cambia in termini di responsabilità, in termini di quotidianità faccio più o meno le stesse cose. Il ruolo di Presidente è apicale, e di rapporto con la proprietà che detta le linee guida. Farlo da Presidente e vincere da Presidente è qualcosa di più, mi consacrerebbe in una carriera fortunata”.
OAKTREE – “Da Zhang a Oaktree? La differenza sostanziale è che prima aveva una persona fisica come referente che era Steven Zhang. Oggi c’è un team di referenti che sono esperti in determinate aree. C’è un lavoro di gruppo che si concilia con le loro competenze. Io ci tengo a sottolineare la loro presenza quotidiana, fatta in modo silenzioso e con la capacità di delegare”.
IN LOTTA SU TUTTO – “Siamo contenti di essere presenti al momento giusto nelle varie competizioni. Abbiamo l’obbligo di crederci fino in fondo, ma ci tengo a dire che al momento abbiamo vinto a Monaco, ma non abbiamo vinto ancora nulla. La mia esperienza mi insegna che bisogna metterci lo stesso entusiasmo e la stessa concentrazione. Ora i favoriti siamo noi e loro gli sfavoriti, sta a noi avere la mentalità giusta. Non possiamo però dimenticare che la prossima partita è col Cagliari. Se non sei collegato testa con le gambe non è facile. Sulla carta è una partita ‘facile’, ma non lo è perché ci sono tante difficoltà. Stiamo lavorando sulla testa dei giocatori per questo”.
SERIE A E CHAMPIONS – “Non ci sono più partite facili in Italia. Anche le squadre che lottano per non retrocedere ti mettono in difficoltà. Lo scontro diretto è importante, ma le maggiori difficoltà che si riscontrano sono quelle nelle gare ‘facili’ sulla carta. Mancano 7 giornate, non guardo il calendario, ma noi dobbiamo convivere con 3 realtà che sono Campionato, coppa Italia e Champions League e che ci portano più tensioni emotive di quelle che ha il Napoli”.
MONDIALE PER CLUB – “È la prima volta che c’è e rappresentare l’Italia è motivo di orgoglio. Inoltre è frutto di un lavoro di 5 anni. È un’esperienza nuova che si incastra fra una stagione e l’altra. Ci sarà inesperienza da parte di tutti, e in un contesto che rischia di esasperare la tensione agonistica. Le rose ristrette sono insufficienti per far fronte agli impegni che abbiamo. Noi dobbiamo far rispondere ai nostri giocatori anche alle convocazioni delle nazionali”.
20 SQUADRE – “Ci sono tanti soggetti, leghe, Uefa, Fifa e dobbiamo armonizzare meglio il calendario. Io sono per portare il numero di squadre a 18 da sempre. Il mio punto di vista è questo, poi magari visto dal punto di vista di squadre meno blasonate vogliono tenere questo format. Io però dico sempre che se le grandi squadre vanno bene, va bene tutto il movimento. Se le grandi squadre hanno introiti li reinvestono nel sistema. Per avere lo zoccolo duro di Italiani devi avere i soldi per comprarli…”.
INTER U23 – “Quello della seconda squadra è stato un esperimento fatto sotto la mia gestione alla Juventus. Alla luce del fatto che le rose devono essere ampliate, la seconda squadra può essere già un serbatoio per poter attingere per le cosiddette riserve. Oggi il divario che c’è fra l’Under 19 e la prima squadra è enorme. L’Inter farà la seconda squadra al 100% fatto salvo che ci sia la possibilità dell’inserimento nel campionato di Serie C con la rinuncia. Giocheremo a Monza e ci alleneremo ad Interello”.
MERCATO – “Il concetto molto usato è quello della sostenibilità che è un concetto che dobbiamo portare avanti. Nessun club oggi è in grado di vincere e poi sistemare il bilancio. L’equazione ‘Chi più spende e meno spende’ non funziona”.
RUMORE DEI NEMICI – “C’è chi dice ‘Vincete e poi fallite?’ Una parolaccia, è frutto della cultura dell’invidia. Noi non abbiamo mai rischiato il fallimento. Siamo una società che ha una disposizione finanziaria, abbiamo un bond che è un debito che controlliamo benissimo, non abbiamo debiti verso i fornitori e verso le banche altrimenti non avremmo avuto la possibilità di iscriverci. Paghiamo regolarmente i contributi e il ‘debito verso l’erario’. Si confondono le difficoltà che ci sono state sopra la nostra testa con i conti dell’Inter”.
PARATICI-MILAN – “Che io abbia suggerito al Milan di non prendere Paratici è una leggenda metropolitana milanese. Non so se esista un cavaliere bianco. Come è possibile immaginare che io possa aver convinto il proprietario del Milan che ha competenze e non aspetta di sicuro i miei consigli. Se Paratici venisse a fare il ds del Milan sarei più contento. Avrei nuovi stimoli e sarei anche più incazzato”.
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