L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ospite al Festival dello Sport di Trento organizzato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato a ruota libera, fornendo diverso materiale sul presente e sul futuro dei nerazzurri.
Marotta ha infatti dichiarato: “Lo Scudetto è stato una grande soddisfazione, tuttavia non era inatteso: abbiamo lavorato tanto per arrivare a questo obbiettivo. Non abbiamo comunque dato nulla per scontato finché non c’è stata l’aritmetica. Però battere la Juve all’andata ci diede grande consapevolezza. L’addio di Conte? Sicuramente è stata una decisione che ci ha un po’ spiazzati, ma quando non c’è più uniformità di vedute è giusto lasciarsi. Siamo stati bravi a muoverci in fretta e convogliare le nostre energie su Inzaghi, che aveva un profilo che ci convinceva. Antonio è l’allenatore più vincente e cazzuto che ho avuto, il più esigente”.
Sull’estate complicata per i colori nerazzurri ha poi proseguito: “La cosa veramente importante è che Eriksen stia bene, il resto viene dopo. Hakimi e Lukaku? Il Calciomercato ci insegna che non si può dare nulla per scontato. Bisogna essere sempre pronti a reagire e rimpiazzare chi se ne va. Romelu non era assolutamente nella lista dei cedibili, ma si è presentato dicendo espressamente che voleva andarsene. Alla società poi è stata presentata un’offerta importante e allora abbiamo cambiato orizzonti di ragionamento. La Roma è stata molto corretta è ha mantenuto la promessa di liberare Dzeko a 0, perciò abbiamo colto l’opportunità”.
Sempre in ambito mercato, il dirigente ha poi proseguito: “Vlahovic è un grande talento, che ci piaceva e seguivamo. Ci siamo però trovati in una situazione complicata e non abbiamo trovato le condizioni per concludere l’operazione. Era il nostro secondo obbiettivo il nostro piano era quello di prendere un giocatore pronto ed uno per il futuro. Sarebbe stato il massimo, Vlahovic è un prospetto molto interessante. Altre cessioni eccellenti? Assolutamente no. Escludo questa possibilità e mi sento di rassicurare i tifosi in tal senso. Il problema della sostenibilità dei costi, soprattutto in tempo di Covid, è un fenomeno che colpisce tutti i club. Va ricordato che la famiglia Zhang ha speso 700 milioni nell’Inter. I conti comunque sono in sicurezza e abbiamo raggiunto questo risultato rimanendo anche competitivi dal punto di vista sportivo. Gli obbiettivi dell’Inter rimangono invariati, senza altre cessioni di rilievo: ci vogliono dipingere come morti, ma siamo vivissimi. Quando ci sono difficoltà economiche, occorre lavorare con una visione e un progetto e uno spirito di comunità: l’Inter c’era, c’è e ci sarà sempre”.
Sul capitolo rinnovi Marotta ha poi proseguito: “Lautaro rappresenta presente e futuro dell’Inter. E il suo futuro, visto il talento, non può che essere splendido. Faremo di tutto perché questo suo futuro sia all’Inter a lungo. Stiamo per annunciare con lui un rinnovo importante: è veramente un bravo ragazzo ed un professionista. Barella? Da talento si è trasformato in campione, passaggio che, ad esempio, a Antonio Cassano non è riuscito. Nelle prossime settimane lo gratificheremo con un rinnovo che tenga conto delle sue enormi qualità. È giusto gratificarlo e adeguarlo alla fascia dei calciatori più importanti. Nicolò ha le caratteristiche per diventare un leader importante della squadra, il futuro capitano, ma deve ancora dimostrarle appieno: essere scelti come capitani è una gratifica che non si dà facilmente. Lui e Lautaro sono le pietre angolari del progetto”.
“Settimana prossima incontreremo l’entourage di Brozovic per parlare del rinnovo. Siamo molto fiduciosi di raggiungere un accordo, la volontà di continuare insieme c’è da entrambe le parti. A gennaio poi arriveranno due rinforzi per Inzaghi, se necessario. Vogliamo supportarlo nella lotta Scudetto, pur senza perdere di vista le esigenze di bilancio. Dybala? Ci abbiamo pensato quando si poteva fare lo scambio con Icardi. Intanto però non ha ancora rinnovato con la Juve...”.
Sul caso Sanchez ha poi aggiunto: “Conosciamo molto bene il ragazzo. Vorrebbe giocare sempre, quello che apparentemente è un sentimento di protesta va trasformato in attaccamento. Evidentemente ha a cuore le sorti della squadra, sono reazioni istintive. Continueremo con lui finché lui non penserà diversamente”.
Infine Marotta ha concluso: “Chi ci affronta sa che siamo la squadra campione e questo è un ruolo che ci piace. Il campionato però mai come quest’anno è competitivo e aperto. Complimenti al Napoli, ma io continuo a temere le squadre con il culto della vittoria: Milan e Juventus. Noi comunque non molliamo l’osso: vogliamo la seconda stella”.
“Il mio passaggio all’Inter. Non è stato traumatico, grazie all’ambiente e alla mia esperienza. Avrei voluto prendermi un periodo di pausa dopo l’addio alla Juve, ma Steven Zhang mi mandò un messaggio molto gradevole il giorno dopo. Non me ne sono andato per l’affare Ronaldo comunque. Futuro? Mi trovo molto bene all’Inter. Ne abbiamo già parlato con Zhang. Tornerà a dicembre e parleremo insieme del futuro dei dirigenti. L’Inter sarà il mio ultimo club da dirigente. Rimarrò nel calcio ma con più tranquillità: devo iniziare a pensare anche alla salute”.
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