Il retroscena: Skomina e quella letterina di Marotta all’UEFA. Intanto i club spingono per il “challenge”: ecco di cosa si tratta
L'episodio del mancato rigore su Sensi ha fatto parecchio discutere
Prima l’episodio (anzi, gli episodi: il rigore non visto da Skomina su Sensi, le dichiarazioni di Conte, il labiale “Non ti sopporto più” dello stesso Skomina allo stesso Conte, la faccenda del distintivo “respect” eccetera), e dopo gli episodi le letterine: a Nyon come a C’è posta per te, con la differenza che la missiva informale che Giuseppe Marotta, ad dell’Inter, ha inviato alla UEFA non strapperà lacrime d’emozione ai dirigenti della confederazione europea. Punterà, piuttosto, a metterli sull’attenti. E’ quanto scrive la Repubblica in un retroscena apparso oggi che riguarda non solo la partita di mercoledì scorso, bensì una posizione generale e generalizzata dei club in merito agli arbitraggi e – non ultimo – al VAR.
C’è, dunque, la lettera informale di Marotta alla UEFA per chiedere – banalizziamo – più rispetto nei confronti dell’Inter in Europa, certo. Ma – secondo il succitato quotidiano – in cantiere potrebbe anche esserci l’idea delle società di introdurre quello che nella pallavolo equivarrebbe al challenge: introdurre, cioè, la possibilità per ogni squadra di chiedere una on-field review per tempo, più o meno come funziona appunto nella pallavolo. E’ probabile che la cosa venga proposta già ad una delle prossime sedute dell’ECA, con l’intenzione di renderla effettiva al più presto. Anche perché una sproporzione tra quanto il VAR venga usato nei campionati nazionali – non ultima la Serie A – in confronto al contesto europeo, in effetti, esiste. Uniformare i criteri, chissà: potrebbe essere una buona idea.
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