Beppe Marotta, presente al Festival dello Sport di Trento ha parlato di tantissimi temi legati al mondo Inter. Prima di tutto ha parlato del momento che stanno vivendo i nerazzurri: “L’Inter sta vivendo un momento positivo. La squadra ha una maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Un incidente di percorso non influisce, ci sono così tanti appuntamenti tra club e nazionali che è normale che ci siano dei cali di tensione. Vanno però gestiti migliore de modi. Qui inizia il lavoro della società ma soprattutto dello staff tecnico. Non ci nascondiamo riguardo la seconda stella, essere ambiziosi non è un difetto, bensì un pregio”
“Di queste dinamiche di mercato ne ho viste tante e non mi stupisco più. La fiducia a volte può tramutarsi in sfiducia e poi delusione. Nel calcio il Dio denaro la fa da padrone. Lukaku fa parte del passato, noi guardiamo al futuro che è la cosa più importante È liberissimo di parlare ma dubito che come dice lui rimarrebbero tutti sotto schock. C’è sempre stato un rapporto di rispetto e riconoscenza da parte nostra, accettare la nostra proposta non può dipendere da un episodio come la titolarità nella finale. Non vedo cosa possa creare come polemica. Ho sentito la storia dei 50mila fischietti. La polemica è sterile e non vogliamo caderci. In vista della partita contro la Roma so dei tantissimi fischietti, consideriamola una situazione che va gestita bene. Meglio fare il tifo per i nostri calciatori però capisco che il tifoso ha diritto in maniera civile di criticare. Chi tra lui e Icardi? Per come sono andate le cose meglio Icardi”.
“Sono in imbarazzo nel dover scegliere una delle due. Credo che per la lotta allo scudetto siamo altamente competitivi. Chiaro che vincere la Champions sarebbe una emozione unica per tutti gli interisti. Ma essendo realista credo sia una cosa difficile, anche se non sempre chi è più forte poi vince. Tante dinamiche possono incidere anche in positivo per provare a vincere la Champions. Sono comunque per il campionato, lo Scudetto”.
“La vittoria dà una grande sensazione ed emozione, figurarsi in un Derby contro Milan o Juventus. Parliamo di due avversari di primissimo livello. Il Milan rappresenta un derby cittadino con sapore particolare. L’altra è una società storica e importante, non a caso viene chiamato Derby d’Italia. Il primo l’abbiamo vinto e anche bene, ora tocca vincere con la Juventus”.
“Chiusa l’esperienza con la Juventus, la mattina dopo ho ricevuto un messaggio da Steven Zhang. Un momento che non dimenticherò mai. Non avevo memorizzato il numero, credevo fosse uno scherzo. Chiamai Urbano Cairo, se corrispondeva a quello di Zhang. Da quel momento ho accettato immediatamente, perché da uomo di calcio metto davanti una forma di rivincita e il voler tornare in campo immediatamente. Sono stati cinque anni intensi e bellissimi, dobbiamo riconoscere quanto fatto dalla famiglia Zhang perché spesso viene boicottata. Oltre al fatto che hanno speso circa 800-900 milioni di euro, la cosa più importante è il rapporto che hanno creato. Non creano pressione nei nostri confronti e accettano le indicazioni che gli diamo”.
“Un suo ritorno all’Inter? È una domanda a cui non posso rispondere, non lo posso sapere. Nel calcio tutto può succedere. I cosiddetti cavalli di ritorno hanno dato nella storia del calcio, risultati positivi e altri negativi. Sicuramente è stata un’esperienza importante per lui e per noi”.
“Questa Inter è figlia della finale di Istanbul. Sono arrivati dodici giocatori, in pratica andava riformato il gruppo squadra. Allo stesso tempo abbiamo portato dei profili consoni secondo il nostro modello di riferimento. Abbiamo creato uno zoccolo duro italiano, con onore posso dire che tra campo e panchina saranno sei giocatori dell’Inter in Nazionale. Questo crea i presupposti per essere competitivi in campionato e far capire ai nuovi innesti cos’è l’Inter e giocare in Italia”.
“Nella vita ci sono dei momenti in cui devi avere delle visioni diverse. Oggi mi sento appagato dal mio pagato ho dato e ricevuto molto. Mi manca la Champions League, ma c’è ancora tempo per farlo. Mi sento di dove restituire quello che ho ricevuto. Non penso alla politica ora, sento di avere ancora tanto da dare al calcio”.
“Ne abbiamo fatti tanti, Mauro Icardi era in uscita dopo ciò che era successo però siamo riusciti a darlo al PSG per 50 milioni. Penso però alle tante operazioni a parametro zero di giocatori che hanno fatto bene. La perfezione non esiste, ma abbiamo sempre cercato di allestire squadre competitive in base alle nostre possibilità. A Istanbul abbiamo perso, ma abbiamo imparato tantissimo, arrivando in finale da protagonisti. Tutti giocavano una finale per la prima volta, un’esperienza che ti rimane”.
“La decisione importante è quella del calciatore, e così è stato. Il papà ha influito nella scelta. Per Frattesi invece è stato importante avere un buon rapporto con l’Amministratore Delegato del Sassuolo, ma il merito è di Piero Ausilio, Dario Baccin e l’allenatore. Poi ognuno di noi mette a disposizione della causa le proprie doti”.
“Abbiamo iniziato una negoziazione con lui e il club, lui ha aperto a questa possibilità, poi ha preso una strada diversa. Penso per una questione di minutaggio rispetto all’Inter. A quel punto noi ci siamo messi da parte ritirando la nostra offerta”.
“Pallone d’Oro in futuro? Assolutamente sì. Credo che abbia tutte le potenzialità per fare un’ottima carriera, cosa che spesso coincide con nomination per premi prestigiosi come può essere il Pallone d’Oro. C’è però ancora un percorso lungo da fare, alla ricerca di un’identificazione col ruolo che oggi ha all’Inter e con la fascia da capitano. L’Inter è attenta a queste indicazioni. Accanto a Lautaro ci sono però vari giocatori che meritano attenzione da parte nostra. Insieme al ds Ausilio stiamo lavorando in questa direzione, tenendo sempre ben in vista gli obiettivi attuali. L’aspetto contrattuale oggi risulta essere un aspetto marginale rispetto all’impegno che ci aspettiamo da tutti i giocatori della rosa”.
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