L’Inter ha un nuovo presidente. Oaktree ha scelto Beppe Marotta e lo ha notificato con un comunicato ufficiale sul sito del club. Una proposta di nomina, ratificata dall’assemblea degli azionisti, che apre a una nuova fase della storia nerazzurra.
Marotta è dal dicembre 2018 amministratore delegato dell’area sportiva dell’Inter e ora dovrà ricoprire anche una carica istituzionalmente più rappresentativa. La scelta di Oaktree, d’altra parte, palesa la volontà di proseguire in linea di continuità con la gestione Suning.
Ma cosa cambia per il futuro nerazzurro a livello dirigenziale e come cambia il ruolo di Marotta? Si tratta di un passo avanti per la sua carriera o la sua importanza operativa all’interno dell’Inter potrebbe essere ridimensionata, finendo per diventare una figura solo rappresentativa?
Non sarà così. Anche perché Marotta manterrà anche il suo ruolo di CEO Sport, senza la nomina di un nuovo amministratore delegato. In questo senso, vanno riprese proprio le parole di Marotta. Il nuovo presidente, infatti, ha sempre ribadito l’importanza del lavoro svolto dal management nerazzurro in toto, mettendo in primo piano anche Ausilio e Baccin, e sottolineando l’importanza del delegare i compiti. In questo modo che ogni dirigente può agire in piena autonomia, tenendo fede alle linee guida condivise.
Un metodo di lavoro definito “fantastico” dallo stesso Marotta nelle dichiarazioni a seguito della nomina. Facile pensare, allora, che a livello dirigenziale si possa continuare a seguire questa strategia. Con alcune inevitabili novità: Ausilio e Baccin d’ora in poi avranno maggiori responsabilità, con Marotta che agirà da filtro con la proprietà.
In chiave di mercato, invece, è ipotizzabile una maggiore velocità a livello decisionale su determinate operazioni. L’ok definitivo per acquisti, cessioni e rinnovi sarà sempre di Oaktree, ma con Marotta a fare da tramite il processo potrebbe essere più snello. Senza più dover aspettare il benestare di un presidente non presente a Milano.
Su questo tema, inoltre, La Gazzetta dello Sport, raccontava proprio come ci sarà maggiore delega nel club, con il management che avrà anche il potere di firma; al contrario di quanto accaduto fin qui, con ogni operazione superiore ai 20 milioni di euro che doveva a passare tramite Zhang.
A livello politico, invece, il profilo di Marotta in Italia è indiscutibile e la sua scelta rappresenta un messaggio forte da parte di Oaktree. La nuova proprietà non ha scelto una semplice figura di rappresentanza, ma una persona ben conosciuta nel mondo del calcio e in grado di ricoprire un ruolo altamente operativo. Una strada diversa da quella ipotizzata nei giorni di scorsi di una bandiera come Javier Zanetti, sebbene lo stesso vice-presidente abbia ribadito di recente di voler essere maggiormente attivo. Da capire, allora, se anche il suo ruolo potrà subire un mutamento.
Infine, una riflessione sul futuro di Oaktre alla guida dell’Inter. Questa nomina potrebbe essere un segnale indiretto della volontà di non cedere a stretto giro? Perché Marotta difficilmente avrebbe accettto una carica del genere, sapendo di un nuovo rimpasto societario in poco tempo. Possibile, ma potrebbe essere vero anche il contrario: in passato Marotta aveva aperto a un addio nel 2027, data di scadenza del suo contratto, il che si sposerebbe bene con una carica a breve termine. Tuttavia, lo stesso nuovo presidente ha in parte ritrattato, aprendo a una permanenza più duratura in nerazzurro.
Novità più concrete in questo senso arriveranno solo nei prossimi messi. Ad oggi, quel che è certo è che Marotta apre una nuova pagina nella sua carriera dirigenziale, con un inedito ruolo di prestigio, ma con la possibilità di avere un peso ancora più incisivo nella storia dell’Inter.
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