Marotta sul rifinanziamento: “Ho parlato con Zhang, conclusione positiva”
L'amministratore delegato ottimista sul futuro
In occasione de Il Foglio Sportivo 2024, organizzato a San Siro presso la sala executive del Meazza, tra gli ospiti più attesi di giornata c’era senza dubbio Beppe Marotta. Il dirigente varesino è intervenuto nel tardo pomeriggio in chiusura dell’evento ed ha ripercorso gli ultimi tre anni insieme a Simone Inzaghi e non solo.
Questo è stato il commento dell’amministratore delegato sul tecnico nerazzurro: “Ho avuto la fortuna di averlo avuto un anno anche alla Sampdoria, con Ausilio e Baccin con cui condividiamo tutte le scelte tecniche, siamo andati dritti. Ci fu quell’avvicendamento con Conte e dovevamo agire rapidamente, non abbiamo pensato tanto. Abbiamo creato un piccolo scompenso a Lotito che immaginava di poter continuare con lui, eravamo molto decisi”.
Una fiducia che il club ha sempre ribadito all’allenatore: “Spesso nel mondo dello sport si fa in fretta a catalogare come fallimentare quando si arriva secondi o terzi, questo vale sia nell’analisi della squadra o del singolo atleta. A volte può darsi che sia frutto di qualche errore, ma devi pesare la sostanza. Non c’era assolutamente la necessità di doverlo avvicendare, probabilmente abbiamo perso uno scudetto ma anche perché altri sono stati più bravi di noi. Non si può sempre vincere, per valutare uno sportivo bisogna prendere in considerazione almeno 4/5 anni”.
MERCATO – “Se il nostro mercato è sconfitta dell’algoritmo? C’è sempre un 50% di componente sortiva e 50% del lato umano. Il campione è quello che sa mettere insieme grandi qualità che ha ad aspetti valoriali trasmessi dallo zoccolo duro. Chi mi ha sorpreso? Thuram è quello che ci ha sorpreso di più, ma tutti gli altri si sono rivelati all’altezza della situazione”.
DIRIGENZA – “Sono molto geloso dei nostri ruoli, credo che il mondo del calcio spesso sia ritenuto facilmente gestibile da parte di proprietari che arrivano e pensano di avere le competenze specifiche per gestire il mondo del calcio. Se non c’è all’interno di una società il concetto forte di competenza, credo che sia possibile vincere. E competenza è anche delegare a chi ricopre ruoli dirigenziali, qualsiasi tipo di società sportiva deve avere dirigenti competenti. Zhang da persona intelligente ha capito che lui in prima persona non può agire su tutto, quindi ha affidato a noi quel concetto di delega e ci aiuta a lavorare. Poi lui è sempre al corrente, ma noi siamo responsabili di tutto quello che abbiamo fatto”.
RIFINANZIAMENTO – “Questo è un aspetto che non riguarda l’Inter direttamente, ma la proprietà. Sono sicuro che a breve darà notizia ufficiale. Posso tranquillizzare tutti, Zhang ha confermato la volontà a proseguire e noi siamo orgogliosi di stare con lui. Ha capito cosa significa fare il presidente, sono certo che ci sarà una conclusione positiva”.
FUTURO – “Io ministro dello sport? L’Inter è la mia ultima squadra, dal primo di luglio avrò altri tre anni di contratto, nel 2027 avrà 70 anni, sarà giusto rivedere tutto. Da piccolo sognavo di fare il dirigente e l’ho fatto, ora ho qualche altro sogno sempre nel mondo dello sport. Vorrei dare quello che ho ricevuto, vorrei trasmettere la mia esperienza al mondo dello sport in generale. La mia disponibilità è quella di una persona che ha umiltà, passione ed esperienza”.
SCUDETTI – “I due scudetti che ho nel cuore? Quando vinci il primo scudetto è sempre qualcosa particolare, non posso dimenticare il primo alla Juve con Conte e il primo vinto all’Inter. Ma anche quello di lunedì, coincide con la seconda stella e non è di tutti. E’ un orgoglio maggiore, entrambi gli scudetti vinti con bravissimi allenatori, questa è la cosa più bella”.