Intervistato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Marco Materazzi ha parlato dell’attuale stagione dell’Inter. Un campionato dominato sin qui in lungo e largo dalla squadra di Simone Inzaghi, come previsto dallo stesso ex nerazzurro: “Non ho mai avuto dubbi, ero sicuro dall’inizio. Troppa qualità e convinzione dopo Istanbul, una netta superiorità. Toccando ferro, per la seconda stella la strada è tracciata, mentre per la Champions è tutto più complicato e imprevedibile”.
ARNAUTOVIC – “I giocatori e Inzaghi hanno trovato la chiave, e il bello è che l’hanno trovata insieme. Sono diventati una famiglia, come eravamo e siamo ancora noi del Triplete. Pure nell’Inter di adesso tutti sono felici per il gol di un singolo, come quando si è sbloccato Arnautovic e la panchina è saltata: non era scontato, era sincero. Da queste cose si capisce che tutto funziona. Arna da noi era un bambino con cui scherzavamo per farlo crescere, ora è un uomo e un grande giocatore che non ha nulla da dimostrare. Quando l’ho visto d’estate gli ho detto solo ‘stai tranquillo’ e lui mi ha sorriso. Gli infortuni lo hanno frenato, ma non entra mai con il broncio, anzi ha l’atteggiamento giusto. Certo, davanti ha due mostri, però ha capito il ruolo e ora arriva la ‘sua’ partita contro il Bologna”.
INTER DEL TRIPLETE O DI OGGI – “Dico onestamente che giocano meglio loro di noi. È proprio un piacere seguirli: il merito va dato a Inzaghi che ha capito come non disperdere il talento. Basta far stare bene insieme dei giocatori forti per ottenere risultati, anche senza inventarti chissà cosa. E poi bravissimi i dirigenti che ne hanno sbagliate davvero poche in questi anni. Da Mkhitaryan a Barella, sapevano che lì c’erano radici solide, appartenenza, serietà. Così hanno costruito questa squadra che sembra perfetta”.
L’EREDE – “Nuovo Materazzi oggi? Acerbi forse si avvicina per la storia, perché si è consacrato tardi. Ma mi rivedo in Bastoni, un po’ nel fisico e un po’ nel modo in cui lancia di sinistro”.
THIAGO MOTTA – “E’ concreto senza inutili bollicine, intelligente, preparato. Poteva prendere in corsa il PSG, lì aveva la strada spianata ma ha voluto farsi le ossa a Genova, Spezia e ora a Bologna: si è costruito passo dopo passo e ha evitato salti nel buio, come il Napoli post-scudetto. Anche questo fa capire che testa abbia, il suo Bologna è forte come lui. Spero che non vada in una grande d’estate e resti lì in Emilia per un po’, così noi continuiamo a vincere con Inzaghi e poi un giorno, chissà quando, potrà essere lui a prendere il posto di Simone”.
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