Marco Materazzi, ex difensore dell’Inter, è intervenuto in diretta su Instagram con 7 Corriere per parlare dell’addio improvviso di Antonio Conte, dell’arrivo di Simone Inzaghi e di tutto ciò che è legato al mondo nerazzurro, anche con aneddotti legati al passato. Queste le sue parole:
INZAGHI E IL 5 MAGGIO – “Tutti sono scettici su Simone, intanto ci deve ridare lo scudetto del 5 maggio. L’Inter ha l’opportunità di mantenersi al vertice, Simone ha fatto talmente bene che il suo lavoro è rimasto sottotraccia: è uno dei più preparati tra i giovani allenatori italiani, ora deve fare il salto”.
CARRIERA DA ALLENATORE – “Ho pensato di fare il tecnico, ho fatto tutti i corsi poi ho detto che è facile. Vorrei iniziare dall’inter, ma prima servirebbe la gavetta”.
MOURINHO – “Mourinho? I matrimoni si fanno sempre un due, io so per certo che sarebbe venuto a piedi due anni fa. Poi hanno scelto Conte che da juventino ha fatto tantissimo per l’Inter e va ringraziato. Le sue parole ‘ho capito cosa significa l’Inter’ sono state le più significative. Ha creato un gruppo granitico, io già a dicembre dicevo che l’Inter avrebbe superato il Milan, in tanti mi deridevano, poi ho avuto ragione io perché l’Inter ha la squadra più forte”.
IBRAHIMOVIC – “Quando era all’Inter il rapporto era buono, poi lui ha cambiato strada. In campo si prendono e si danno. Si potrebbe evitare di andare sui social a rivangare il passato perché non ha senso. Poteva evitarlo, io lo rispetto come giocatore e lo ringrazio per quello che mi ha fatto vincere quando era con noi e quando è andato via. Gli faccio i complimenti perché sta facendo la differenza a 40 anni, tanto di cappello. Abbiamo discusso diverse volte con Roberto Mancini, fortunatamente ci hanno sempre divisi e non siamo mai arrivati allo scontro fisico. È bastato poco per entrare nella sue grazie vincendo il Mondiale. Avrei voluto vedere Totti all’Inter, purtroppo non c’è stato modo. Come De Rossi”
MILAN – “Io al Milan? Ho resistito e ringrazio chi mi ha permesso di restare, in questo caso Facchetti. Sarei andato più per orgoglio che per tradire. Non potevo dire di no a Giacinto, alla fine è andata bene. Poi ho avuto fortuna di giocare il Mondiale per l’infortunio di Nesta”.
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