Marco Materazzi, storico difensore nerazzurro e campione del mondo da protagonista con l’Italia nel 2006, ha parlato a lungo sul podcast Spotify ufficiale dell‘Inter, analizzando la situazione in casa nerazzurra con la sfida alla Juve ormai imminente.
Materazzi ha dichiarato: “Sono in attesa del Derby d’Italia. Mi manca molto di più non poter giocare questo tipo di partite piuttosto che il sollievo di non avere l’ansia dei giorni prima. Mi allieta un po’ l’assenza del pubblico, mi avrebbe dato gusto ma con il pubblico. Il momento è questo e dobbiamo accettarlo. Marcare Ronaldo è difficile un po’ per tutti. Dico sempre di aver avuto una grande fortuna: non incontrare mai né lui e né Messi. Ho incontrato il Ronaldo vero, con tutto il rispetto anche Cristiano è da prendere con le molle. E’ un fenomeno, lo sta dimostrando sul campo e nonostante passano gli anni lui fa 30-40 gol all’anno”.
“Il VAR ai miei tempi? Ci saremmo adeguati in qualche maniera. Bisogna vedere prima se ci vanno al Var, perché spesso in partite del genere gli arbitri non ci sono mai andati. Io mi sarei adeguato. Ho tanti ricordi di Inter-Juve. Il mio preferito è probabilmente quello dove rientravo da una squalifica lunga per il tunnel. Mi ero allenato 4 mesi per quella partita, sapevo che avevo l’opportunità. Mi feci trovare pronto e vincemmo, a discapito del mio amico Adani che fece 4 mesi alla grande, ci rimase molto male e lo capisco. Io ci tenevo tantissimo e ho cercato di fare del mio meglio prima e durante la partita”.
Materazzi ha poi proseguito: “Uno si deve trovare al posto giusto al momento giusto. In quegli anni con il gruppo storico venivamo da sacrifici. Dovevamo vincere nel 2002 e sappiamo tutti com’è andata, ma non c’era solo l’epilogo finale, c’erano tante tappe come Venezia o contro il Chievo. Alla luce di quello è stato scoperto tutti sappiamo cosa è successo. Dispiace per Bobo che è andato via nel momento sbagliato, se fosse rimasto con noi avrebbe vinto tutto. E’ il primo vero re di Milano, nulla da togliere ad Ibra e Lukaku. Potevo andare via prima del Mondiale ma non firmai con il Villareal, venivano dopo ogni partita per farmi firmare. Mancini non mi vedeva importante, ho resistito e l’anno dopo ho fatto 10 gol”.
“Prima della sfida direi che si incontrano i più forti: pensano di esserlo e lo hanno dimostrato. Sono in ritardo e sicuramente hanno più da perdere. Se dovessero perdere – e me lo auguro – tornerebbero dietro perché davanti corrono. Dobbiamo portare la loro pelliccia perché i 3 punti per noi sono di vitale importanza”.
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