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Materazzi (GdS): “Bonucci ha detto una c*****a, parla da juventino”

Marco Materazzi, lui che di derby d’Italia se ne intende, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in vista del match di domenica sera tra Inter e Juventus. L’ex difensore nerazzurro ha parlato anche di alcuni singoli, elogiando il tandem d’attacco Dzeko-Lautaro. La favorita per lo Scudetto secondo Matrix? Il Milan.

Marco Materazzi, Getty Images

Materazzi, preferisce l’Inter solida dello scorso anno o quella attuale che diverte ma prende troppi gol?

“Ogni squadra cambia in base all’allenatore. Personalmente, preferisco sempre vincere. Se poi si gioca anche bene, tanto meglio”.

Cosa crede che manchi per arrivare al giusto compromesso?

“Per trovare equilibrio mancano i risultati. Senza la sconfitta con la Lazio saremmo lì, invece ora dobbiamo recuperare punti su due squadre costruite per vincere. Zitto zitto, il Milan da due anni aggiunge pezzi”.

Di fronte domenica l’Inter avrà una Juve che a furia di 1-0 ha ritrovato la consueta compattezza.

“Sembra una squadra di Conte… La loro solidità comunque è sempre stata soprattutto in difesa. Se siamo campioni d’Europa lo dobbiamo anche a Chiellini e Bonucci”.

A proposito di Bonucci, ha appena detto che l’ultimo scudetto è arrivato più per demeriti loro che per meriti dell’Inter.

“Leo ha detto una cazzata. Ormai è diventato juventino e come tale parla. Ma avrei potuto fare lo stesso errore. Loro hanno vinto per 9 anni e si sono meritati i complimenti. Ora però vanno fatti all’Inter. Chi dice che saper perdere è più difficile che saper vincere è Andrea Agnelli, non Massimo Moratti o Steven Zhang…”.

Tornando a Inter-Juve, dove si decide la sfida di domenica sera?

“Credo a centrocampo. Quello dell’Inter si fa preferire, ma loro ora sono molto quadrati e come al solito a Milano ci tengono a fare bene. Anche perché in uno stadio come San Siro non giocano spesso. Sanno che se fanno bene rientrano in corsa per lo scudetto”.

Nel cuore del gioco ci sarà anche il duello tra Barella e Locatelli.

“Manuel nell’ultimo anno è cresciuto molto, ma con tutto il rispetto mi tengo stretto Barella. Ormai è un top mondiale. Anche se qualcuno che non capisce di calcio ancora non realizza che certi colleghi di Nicolò vengono esaltati perché hanno un ruolo definito, mentre lui sa fare bene tutto. Comunque se Inzaghi vuole andare a pizzicare la loro fonte di gioco, su Locatelli manderei Vidal”.

E Calhanoglu?

“Le ultime prestazioni parlano chiaro. Anche se non sai mai come va a letto e come si sveglia, Arturo al momento dà qualcosa di più. Il valore di Calha non si discute e mi aspetto che venga fuori, ma sembra di nuovo sull’altalena, come quando era al Milan. Credo che il suo sia un problema mentale più che fisico”.

Perisic è in gran forma. Crede che rivedere Cuadrado, dopo l’episodio dell’ultima sfida, gli darà stimoli in più?

“Forse no, perché eravamo già campioni d’Italia. Ma se fossi stato al posto di Ivan, dopo che mi fischiano contro un rigore del genere avrei lasciato immediatamente lo stadio senza fare nemmeno la doccia. E poi mi dessero pure dieci turni di squalifica. Loro sono andati in Champions grazie a quell’episodio”.

Come finisce Inter-Juve?

“Vinciamo 3-1. I marcatori? Non esageriamo, ma io stravedo per Dzeko e Lautaro”.

Dzeko vale Laukaku?

“Romelu è un fenomeno, ma soltanto nel campionato italiano. Dzeko è un fenomeno con caratteristiche diverse che però resta tale anche se lo metti in Inghilterra o in Spagna. Poi è chiaro che a 35 anni non puoi prenderlo per giocare in contropiede. Ma quando ha iniziato, nel Wolfsburg faceva reparto da solo”.

Da ex difensore, crede che i gol presi dall’Inter siano soltanto un problema di squadra lunga in campo o anche di errori individuali del terzetto dietro?

“Di sicuro ora la difesa è meno protetta, ma per quanto valgono i tre dietro dovrebbero evitare certe distrazioni. Dietro a Bonucci e Chiellini, che hanno più esperienza e sicurezza, Bastoni oggi è il miglior centrale italiano”.

Chi vincerà lo scudetto?

“Dico Milan. La probabile eliminazione dalla Champions può aiutarli ulteriormente. Il Napoli durerà, ma ha qualcosa in meno a livello di individualità. Ibra ha trasformato tanti ragazzi terribili in giocatori consapevoli. L’unico dubbio sulle due leader è legato al fatto che i loro allenatori non hanno mai vinto un trofeo”.

Inter e Juve sono fuori dalla lotta?

“Ovviamente no. Ma si sono messe nella condizione di dover recuperare tanti punti”.

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Alessio Murgida

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