Materazzi non perdona Lukaku: “Ecco perché sarà fischiato”
L'ex interista sull'atteggiamento del centravanti belga
Dopo essere già stato perdonato una volta, al ritorno lo scorso anno dopo la fuga verso il Chelsea, Romelu Lukaku ha perso qualsiasi forma di credibilità agli occhi dei tifosi dell’Inter. L’attaccante belga, ora in prestito alla Roma, verrà quindi preso inevitabilmente di mira dal popolo nerazzurro in vista del match in programma domani pomeriggio a San Siro alle 18.00.
Un sentimento giustificato secondo un grande ex interista come Marco Materazzi, che sulle pagine de La Gazzetta dello Sport ha spiegato perché – a differenza di José Mourinho in passato – Lukaku verrà fischiato dal Meazza: “Non è così difficile, mi pare. Bastava dirlo: me ne vado perché… È stato bello, grazie di tutto, eccetera eccetera. Bastava dirlo prima, soprattutto”.
ADDIO MOURINHO – “Pubblicamente non l’aveva detto, ma ci giocavamo una Champions, non un torneo amatoriale. E poi a chi di dovere, il presidente Moratti, in pratica lo aveva detto. E anche a noi: se ci si conosce non servono discorsi solenni, bastano gli sguardi, le non risposte”.
LUKAKU – “Il silenzio e i suoi tempi. Dice che quando parlerà si capiranno tante cose: speriamo, ma noi tifosi interisti stiamo ancora aspettando. Io, se avessi fatto una scelta come la sua, avrei già avuto bisogno di spiegare. E avrei spiegato, da un pezzo. Perché ci sono cose che non serve dire, come quella notte a Madrid. Ma altre invece è importante dirle, spiegarle”.
SPECIAL ONE – “Valeva la pena di essere allenato da Mourinho, in quella Inter, anche per giocare un solo minuto in tutta la stagione. Per me è sempre stato tutto chiarissimo da quando parlai con lui, prima di allungare il contatto fino al 2012. Sapevo qual era la mia posizione: avrei giocato poco, diciamo il giusto, ma anche in gare decisive come la finale di Coppa Italia, e però mi sarei sentito importante anche seduto in panchina vicino a lui”.
22 MAGGIO 2010 – “Cosa mi disse Mourinho? ‘Marco, eri in campo nella puta finale del Mondiale e sei in campo in questa puta finale di Champions’. Ci ho provato per l’ultima volta, con la maglia in bocca per non far capire cosa gli stavo dicendo: ‘Resta, nessuno ti amerà come è successo nella nostra famiglia'”.
MOURINHO – “Dico cosa è sicuramente ‘da Mourinho’. La capacità di saper essere tutto: allenatore, padre di famiglia, amico con cui puoi scherzare, ma che si incazza se non ti comporti da amico. Di creare empatia. La capacità di non fare figli e figliastri: affrontava a brutto muso soprattutto quelli forti di carattere. Di non accettare compromessi. Di toccare i tasti giusti: i tuoi, quelli più profondi, e soprattutto quelli dei ‘nemici’. E di moltiplicare le energie, fino a farti sentire forte, più forte di tutti. Può bastare?”.