Marco Materazzi ancora protagonista sui social. L’ex difensore nerazzurro è stato protagonista di una diretta Instagram con Er Faina. Tanti ricordi e tanti temi trattati, a partire dal legame particolare con Zlatan Ibrahimovic: “Non so perché abbia questo rancore con me, ma io non ho problemi con lui. È un grandissimo, ha fatto la storia del calcio come altri campioni. Ma non al livello di chi sappiamo noi. So che lui si arrabbierà, ma è così. Resta un fenomeno. Lo ringrazio per gli scudetti, poi è andato al Barça e obiettivamente pochi avrebbero rifiutato. Gli è andata male. E poi da noi arrivò un certo Eto’o…”.
L’arrivo di Benitez dopo Mourinho: “Nulla da dire a uno che ha vinto la Champions, per carità, ma con il Milan in finale potevano essere sotto 5-0 nel primo tempo. Poi il calcio è bello anche per questo… Il suo approdo nel 2010? Tutti sanno del rapporto che avevo con José ma con Rafa non c’è stato nemmeno tempo visto che dopo 6 mesi non c’era più (ride, ndr). Il migliore che ho avuto? Mourinho. Ma potrei dire Lippi, Mancini, Mazzone… Ognuno mi ha insegnato qualcosa”.
Il ricordo del 5 maggio: “Quello che successe nel 2002, prima di Lazio-Inter, era discutibile. E infatti poi si è saputo tutto. Purtroppo è andata così. Quando lavori un anno e non ce la fai all’ultima partita, ti rode. Ma ripeto: tutto poi è venuto a galla. Nell’ultima partita è stata certamente una mancanza nostra, ma prima del ko con la Lazio c’era altro”.
Mondiale o Champions: “Impossibile scegliere. La Champions è stata la chiusura di un cerchio con la tua squadra e con la tua carriera, anche perché posso dire di essere stato l’unico interista a vincere entrambe le coppe. Il Mondiale lo vinsi da protagonista, ma anche nell’Inter – pur non giocando tanto – nel 2010 mi ci sentivo”.
Il nuovo Materazzi: “Per il futuro dico Bastoni, mentre dico Acerbi per quello che ha fatto negli ultimi anni”.
Su Balotelli: “Gli voglio bene davvero e anche lui a me. Il problema è che mi faceva incazzare quando faceva il bambinone. Anche adesso, se lo metti a giocare per strada, si diverte come un matto: lui è così. Un aneddoto? Ne ho un miliardo. Nel primo allenamento ha provato a fare il tunnel a me e a Cordoba… Io lo consigliai a mio padre che allenava il Bari: “Prendilo che è un fenomeno”. Lui non volle andare nonostante la grande concorrenza all’Inter e poi alla fine ebbe ragione visto che giocò. A Parma, nell’ultima giornata nel 2008, giocò ala destra: Castellini gli diede un calcio che lo mandò a Reggio Emilia e lui nonostante tutto fece una partita incredibile. Mario era forte ed è forte tuttora”.
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