Materazzi su Ronie: “Il più forte di sempre”. Poi “ringrazia” Ibrahimovic per la Champions League
Le parole dell'ex difensore Campione del MondoL’ex difensore dell’Inter, Marco Materazzi, si è concesso in un’intervista ai microfoni di TnT Sports, dove ha rivissuto le tappe più importanti della sua carriera. Diversi sono stati i temi trattati da Matrix, a partire dal Triplete: “I giocatori più importanti per un allenatore sono quelli che non giocano, quelli che giocano trovano da soli gli stimoli. Quando riesci a vincere tre trofei che significa giocare 60/70 partite, non possono giocare sempre gli stessi undici, ma hai bisogno di 15, 16 o 17.”
L’analisi del Campione del Mondo prosegue: “La bravura dell’allenatore è nel cercare di rendere tutti protagonisti di un obiettivo importante. Avevamo vinto lo scudetto l’anno prima, poi sono arrivati Eto’o, Milito, Thiago Motta, Sneijder e Lucio, cinque giocatori che hanno giocato tutte le partite e ci hanno portato a vincere la Champions. La società ha fatto un ottimo lavoro. Mourinho è uno che sa tutto di tutti e in qualsiasi momento ha sempre la parola giusta per tutti quanti. Se mollavi in allenamento lui mandava un messaggio: “Domenica giochi”. Non potevi pensare di staccare la spina, era geniale. Sono fortunato ad averlo avuto alla fine della mia carriera. Gli argentini? Ho giocato con tutti i più forti tranne Messi. Mi sono sempre trovato bene e li ringrazierò per sempre“.
Sull’approdo all’Inter: “La prima volta che sono arrivato mi tremavano le gambe. Durante la prima visita medica sulla cyclette c’era Ronaldo, il giocatore più forte di sempre per me. Faceva cose pazzesche. Era la naturalezza di Messi e la fisicità di Cristiano Ronaldo. Faceva le cose a duecento all’ora, solo a lui ho visto fare determinate cose. Ho avuto la fortuna di giocare con tutti: Totti, Del Piero, Crespo, Eto’o. Posso dire di essere un privilegiato e di aver coronato un sogno“.
Su Ibrahimovic: “È stato lui che dopo 4-5 anni ha voluto avere questa rivalità. Lo ringrazierò per sempre Zlatan, perché se non fosse andato al Barcellona non sarebbe venuto Eto’o. Lo ringrazierò tutta la vita perché mi ha aiutato a vincere la Champions“.
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