ESCLUSIVA – Mazzantini: “Ronaldo un mostro, Simoni uomo d’altri tempi. Ecco perché stavo per rifiutare l’Inter”
L'ex estremo difensore nerazzurro è intervenuto nella diretta di Passione InterGrande ospite nella diretta quotidiana di Passione Inter è stato quest’oggi Andrea Mazzantini. L’ex portiere ha vestito i colori nerazzurri per ben tre stagioni, dal 1996 al 1999, alle spalle del titolarissimo Gianluca Pagliuca. Di presente e passato, con uno sguardo speciale sul momento negativo che sta affrontando Samir Handanovic tra i pali, si è parlato con l’ex estremo difensore dell’Inter nel corso della sua intervista live sui nostri canali social. Andiamo dunque a vedere tutti i passaggi delle parole rilasciate da Mazzantini ai nostri microfoni:
ATTUALITA’ – “Al momento collaboro con la scuola calcio di Roberto Mancini, mentre durante la settimana un paio di volte sono ospite di una televisione umbra per parlare di calcio. Marche? Sì, adesso ci vivo e ci sto molto bene”.
INTER – “Se stavo per rifiutare? E’ vero, ero a Venezia ed avevo fatto dei buoni campionati in B. Mi sentivo protagonista, ci stavo bene. Alcuni ex compagni come Beppe Scienza mi convinsero ad accettare, ho fatto una scelta, poi era l’Inter così andai. Andai perché in C ho avuto il fratello di Mazzola. Siccome nel 1996 Pagliuca non fece tanto bene, allora volevano prendere un altro portiere. Mazzola e Castellini misero un veto e optarono su di me. Ma ero un po’ una scommessa perché venivo dalla B, arrivai all’Inter un po’ per caso. Ferruccio Mazzola parlò bene di me a Sandro, che era il direttore sportivo, e andai all’Inter”.
RONALDO – “Io sono stato fortunato perché forse ho preso l’anno migliore. Ince, Kanu, Bergomi, Djorkaeff, Zamorano, Winter, Pagliuca. Gianluca disse che tornò in nazionale perché lo stimolavo tanto, ho vissuto un periodo in cui c’erano dei campioni. L’anno dopo arrivò Baggio, Ronaldo. I ragazzetti erano Pirlo e Ventola. Ronaldo era un mostro. Con lui e Baggio per ogni allenamento ad Appiano c’era la coda per vederli, io ero teso. Una volta feci una parata al contrario su Ronaldo, mi fece una serie di finte e la parai con la nuca. E’ un ragazzo apposto, sempre allegro, e poi un campione. Penso che Ronaldo nostro allenato come ci si allena adesso, non lo prendevano neanche le telecamere”.
MORATTI – “La famiglia Moratti ce l’ho nel cuore. Anche quando ho avuto l’incidente che mi ha fatto smettere di giocare, è stato il primo a chiamarlo. Poi mi trovò un posto come osservatore in prima squadra e poi mi fece curare da un chirurgo amico suo. Una persona che prima di tante cose guardava l’uomo. E io sono affezionato a loro e all’ambiente Inter. Mi ha fatto crescere. Quando ha passato un po’ la mano è stato un dispiacere, per me l’Inter era Moratti. A San Siro ci cambiavamo negli spogliatoi e c’era poco spazio. Io avevo l’abitudine di appoggiare a terra i miei vestiti. Una volta entrò, mi tirò su la maglia e l’appese. La seconda volta lo fece anche. La terza mi disse ‘Andrea, io la maglia dell’Inter a terra non la voglio vedere’. Mi dispiace che non faccia più parte dell’Inter”.
HANDANOVIC – “Le critiche? Un portiere è abituato. L’errore c’è stato ed è da condividere col difensore, però il portiere adesso è sempre a rischio. Il gioco moderno è così, il portiere è sempre sotto pressione coi piedi, io questa cosa non la condivido. Forzare questi tocchi col portiere hanno un po’ stufato, in Inghilterra non lo fanno più e qui vedo ancora la stessa situazione. Io non colpevolizzo Handanovic, altrimenti bisogna colpevolizzare tutti perché ogni domenica se ne vedono a iosa. E’ una moda tra gli allenatori, altrimenti sei etichettato come antico. Io non do la colpa ad Handanovic, ma in federazione a chi prepara i settori giovanili. Il portiere tocca più palloni di un centrocampista”.
NUOVA GENERAZIONE – “Se noi guardiamo all’epoca ogni squadra aveva un portiere fortissimo, anche nelle provinciali. Poi c’erano i fenomeni. C’erano Pagliuca, Toldo, Buffon, Peruzzi, Marchegiani. Oggi vedo molti portieri che non allenano più la tecnica, ma solo situazionale. Adesso un portiere può anche sbagliare coi piedi, ma non gli viene detto niente, solo sui media per qualche giorno. Oggi senza pubblico i valori dei calciatori sono un po’ falsati”.
SCUDETTO – “L’Inter è attrezzata molto bene, contro la Juve mancavano due pedine importanti come Lukaku e Hakimi. Il gap con la Juventus si è accorciato, speriamo bene”.
SIMONI – “E’ stato un dispiacere per tutti, per noi che l’abbiamo conosciuto ma anche per tutto il calcio. Era una persona squisita, ha avuto un’abilità a gestire tanti campioni, era l’uomo giusto per quell’Inter, Ronaldo con lui rendeva al massimo. Non alzava mai la voce, sempre pacato, lo sport ha perso una persona d’altri tempi”.